[dropcap]D[/dropcap]opo la tragica scomparsa del presidente bolivariano Hugo Chavez, in Venezuela è tempo di votazioni per la nomina del suo successore. Come ampiamente previsto, Henrique Capriles, governatore dello stato di Miranda, ha accettato la candidatura alle elezioni presidenziali attese per il 14 aprile 2013, offertagli dalla coalizione dell’opposizione, la Tavola Rotonda dell’Unità. L’episodio ha generato un duro scontro diretto con Nicolas Maduro, erede designato dallo stesso Chavez e neo presidente ad interim: il leader dell’opposizione, infatti, lo accusa di aver ”mentito per mesi” sulla salute del comandante: “Io non gioco con la morte e con il dolore – afferma Capriles -. Tu, Nicolas, che mi stai guardando, sei stato capace di giocare con la speranza di un popolo. Chi lo sa quando è morto Chavez?‘. Infine il leader di Miranda conclude il suo attacco accusando Maduro di aver ”sommerso il Paese in una menzogna”.[divider] La critica si scaglia chiaramente contro il Chavezismo ed un suo potenziale “piano perfettamente costruito”, retto da raggiri ed inganni congegnati ‘ad hoc’ dall’entourage chavista “assetato di potere” che sta ”usando il corpo del presidente per fare campagna”. I toni di sfida restano alti con l’immediata contropartita dell’ex delfino: “Dovrà vedersela con la legge per aver lanciato la più grande infamia e la più grave offesa alla famiglia di Chavez”. “E poi non venga a dire che è un perseguitato politico, perché ha commesso il più grave errore della sua vita – dichiara Maduro -. Questa non è una minaccia, è cosi”.[divider] Poi, commosso, il leader temporaneo si rivolge al “suo” presidente: “Chavez è stato assolto dal popolo e dalla storia ed è stato elevato al rango di redentore dei poveri” ed annuncia che il prossimo martedì l’Assemblea Nazionale voterà una riforma costituzionale per permettere che la salma sia inumata nel Pantheon nazionale, quando fino ad oggi sono necessari 25 anni dalla morte di una persona per meritare tale onore. Infine, lo stesso presidente ad interim, conclude il discorso annunciando che, per stessa decisione della famiglia Chavez, venerdì prossimo i suoi resti saranno trasportati alla Caserma della montagna, ad ovest di Caracas, dove il ”comandante presidente” in passato organizzò il suo golpe, fallito nel febbraio 1992, e che ora diventerà il Museo della Rivoluzione bolivariana.
Bruna Di Matteo