
Semi-in-Azione
Semi – in – azione: se il seme non muore, non può dar frutto ci riconnette al ritmo delle stagioni in cui le energie della Natura muoiono e rinascono circolarmente in abbondanza di forme.
La danza della ballerina Agnese Viviana Perrella, curatrice anche della coreografia, è accompagnata dai suoni dal vivo – un piccolo tamburo e una crystal bowl – di Gino Sansone, anche regista dello spettacolo, e si è svolta il 25 marzo, a Galleria Toledo. Unica data, purtroppo, così come l’equinozio di primavera. L’appuntamento con i due artisti si ripeterà però altre tre volte nel corso dell’anno, la prossima il 9 giugno, con tre spettacoli dedicati alle altre stagioni. L’azione creativa di “Semi-in-azione: se il seme non muore non puo’ dar frutto” evoca inoltre i quattro elementi vitali: la Terra, l’Acqua, il Fuoco, l’Aria contenuti nel Grande Spazio.
Lo spettacolo dedicato alla primavera nasce dal mito di Kore-Proserpina e propone la simulazione di un rito che si svolge all’interno di un cerchio dipinto, detto Enso, il Grande Vuoto, che genera le diecimila cose, semi di ogni vita.
La Natura si risveglia dal sonno meditativo dell’Inverno attraverso la risalita ciclica di Proserpina (Agnese Viviana Perrrella) dal Regno di Ade sulla Terra, dove si trasforma in Kore e come una divina fanciulla fa germogliare tutto ciò che tocca. Il ritmo del damaru (tamburello himalayano legato alla danza di Shiva-Dioniso) accompagna l’Inno Orfico a Géa, la Madre Terra, nello svelamento del Cerchio vivente dei Semi in Germi-in Azione. Il suono dei campanelli e del tamburo invoca e sostiene la danza, sempre più energica, come un rifiorire del corpo in cui la Terra sboccia e germoglia di nuova vita.
Indossa poi delle piume e diventa pavone, Donna-Uccello nella stirpe della sirena Partenope. La rinascita di Kore ha quindi anche una valenza simbolica, indica infatti anche la rinascita della città di Napoli, la cui origine è legata a questa sirena.
Ben studiate le luci di Dino Farese. Grazie ai movimenti fluidi della danza di Agnese Viviana Perrella e al suono sciamanico del tamburo di Gino Sansone, lo spettacolo assume il carattere di un vero rito propiziatorio, che augura a tutta l’umanità una rinascita. I versi degli inni orfici, recitati in greco e in italiano, conferiscono un tono evocativo alla messa in scena.
Per scoprire cosa riserveranno all’estate i due artisti, ci tocca aspettare il 9 giugno.