

[dropcap]E[/dropcap]nnesimo paradosso comunale, ennesimo menefreghismo da parte dell’ente e del sindaco. Questa volta siamo a Secondigliano in via Lorenzo Giusso, in una traversa del corso principale. Al centro della vicenda, l’imprenditore Antonio Volpicella, titolare della società Supermobili Immobiliare, il quale è anche il proprietario della suddetta strada privata (ad uso pubblico) ed in cui il Comune ha autorizzato dei lavori senza il suo consenso, quindi abusivi. Il malcapitato lavoratore autonomo, desiderava avviare nella carreggiata opere di riqualifica, anzi lo stesso ha già presentato un progetto all’assessore comunale alla Mobilità, Anna Donati. Progetto, tra l’altro, che ha già ottenuto assensi formali e che prevede il recupero della zona, un nuovo arredo urbano e la creazione di aree verdi attrezzate, il tutto esclusivamente a spese di Volpicella e quindi praticamente a costo zero per l’amministrazione cittadina. [divider]Invece la sua proprietà è invasa da parcheggi selvaggi, da un traffico feroce, da passi carrabili concessi non si sa da chi e dall’ingresso alla scuola elementare Carbonelli. Proprio al plesso didattico il Comune ha autorizzato l’allacciamento della tubatura del gas senza chiedere prima il nulla osta all’imprenditore. Caso questo, che ha visto la condanna dell’ente in una sentenza emessa il 9 marzo del 2010 dal giudice unico della quarta sezione civile del Tribunale il cui verdetto stabilisce che la strada ritorni alle stesse condizioni di come era prima dei lavori. Ciò quindi comporterebbe la chiusura del Carbonelli. Per non parlare di un muro abusivo edificato dai residenti della zona per difendersi dagli spacciatori e dai tossicodipendenti. Lo stesso proprietario della strada privata, a causa di tale abusivismo comunale, è addirittura impossibilitato nell’accedere ai suoi stessi depositi immobiliari. Il benevolo titolare si è rivolto anche al sindaco De Magistris inviandogli tutti gli incartamenti del progetto, ovviamente la risposta non è mai arrivata. [divider]Volpicella non ha chiesto altro che riqualificare la zona a sue spese, però per farlo ha bisogno della collaborazione del Comune affinché avvenga l’abbattimento della “trincea” abusiva costruita dai cittadini esasperati.
Ovviamente tutto tace, per cui al detentore di via Giusso non rimarrà altro che affidarsi alla sentenza del 2010, il che equivale alla chiusura della scuola elementare. Caso, questo, emblema del paradosso amministrativo comunale: che senso ha avviare dei lavori abusivi in una strada privata e poi negare al proprietario la riqualificazione della stessa a spese proprie? Il Comune non ha mai soldi e per una volta che un buon cittadino si propone di spenderli al suo posto, per rendere più vivibile Napoli, l’ente continua il gioco del silenzio, anzi si permette il lusso di cadere nell’abusivismo. Ma cosa si deve fare? Cosa ancora più spaventosa che emerge dalla vicenda, è che i cittadini sono costretti ad edificare una vera e propria barriera difensiva per “salvarsi” dalla criminalità di zona. Ritorna il solito problema della sicurezza e dell’assenza dei controlli ma questa è un’altra storia…
Bruna Di Matteo