[dropcap]S[/dropcap]econdo giorno di conclave, ed è arrivata la seconda fumata nera, segno che al secondo e terzo scrutinio, i 115 cardinali elettori non hanno ancora raggiunto il quorum per l’elezione del nuovo pontefice. Questa volta il comignolo ha “sbuffato” la nube scura con 20 minuti di anticipo, intorno alle ore 11:37 al suon dei “buuuu” e dei “Non habemus papam” alzati dalla folla trepidante in piazza San Pietro, pronta a tornare nel pomeriggio. La giornata dei porporati è iniziata alle 8.15 con la messa nella Cappella Paolina. In seguito, alle 9.30, è stata raggiunta la Cappella Sistina dove, dopo le preghiere dell’ora media, ha preso il via il nuovo turno di scrutini che prevede due votazioni la mattina e due il pomeriggio. Dopo l’elezione intorno alle 12.30 i cardinali sono ritornati a Santa Marta, per il pranzo delle 13, ed alle 16.00 è avvenuto di nuovo il trasferimento verso la cappella Sistina, dove i porporati hanno avviato a partire dalle 16.3o le due votazioni pomeridiane.[divider] Secondo la procedura, valida sia per la mattina che per il pomeriggio, in caso di elezione del nuovo Papa si avrà subito la fumata bianca dopo il primo scrutinio. Se, invece i risultati saranno ancora negativi, le schede verranno bruciate alla fine di entrambi gli spogli. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha proferito di una “Fase decisiva” spiegando che “Nei prossimi giorni o magari nelle prossime ore avremo l’elezione del successore di Benedetto XVI”. Ha poi sottolineato: “C’è un clima sereno e gioioso tra i fedeli in piazza San Pietro ed è bello vedere anche come Roma stia vivendo l’attesa per il nuovo Papa” ed in toni scherzosi si è riferito ai due sacerdoti che lo assistono per i giornalisti di lingua spagnola, padre Jose Maria Gil Tamayo, e di lingua inglese, il canadese padre Thomas Rosica: “Hanno cominciato a chiamarci la Trinità, ieri alla Sistina quando ci hanno visto ci hanno chiamato così”. Riguardo poi al fatto che dal comignolo della Sistina siano uscite due fumate nere tra ieri sera e stamattin, padre Lombardi ha evidenziato che è “Un segno del normale procedere. Del resto era quello che ci attendevamo. [divider]Il portavoce vaticano infine ha “disteso” i toni elargendo una “lezione” sui componenti chimici delle fumate e appagando così la curiosità dei molti che, puntualmente si interrogano sul funzionamento del famoso fumaiolo. In pratica, il sacerdote ha spiegato che il fumo arriva non dalla stufa in cui si bruciano i foglietti con i voti ma da una seconda apparecchiatura studiata apposta per emettere il fumo del colore giusto. Tra i componenti che portano alla fumata nera c’è anche lo zolfo, mentre per il fumo bianco si utilizza, tra gli altri, anche il lattosio. Anticamente era il catrame nella stufa ad annunciare che il Papa non era stato eletto, mentre per la fumata che preannunciava l’”Habemus Papam” si utilizzava la paglia. Dal Conclave 2005, come dice il Vis, Vatican Information Service, distinguere meglio il colore delle fumate, è stata utilizzata un’apparecchiatura ausiliaria a fumogeni, oltre la stufa tradizionale dove vengono bruciate le schede delle votazioni. Questo apparato, installato a fianco della stufa tradizionale, è dotato di uno scomparto con sportello, nel quale, a seconda dell’esito della votazione, sono inserite cassette contenenti fumogeni di differente composizione, la cui accensione viene avviata da una centralina elettronica, per la durata complessiva di alcuni minuti, durante la bruciatura della schede. [divider]Per ottenere fumate nere si usano perclorato di potassio, antracene e zolfo, per le bianche vengono utilizzati invece clorato di potassio, lattosio e colofonia, detta anche “pece greca”, una resina naturale di colore giallo ottenuta dalle conifere. Le canne fumarie della stufa e dell’apparecchiatura elettronica confluiscono in un unico condotto che, dall’interno della Cappella Sistina, sfocia in prossimità della copertura dell’edificio; per migliorare il tiraggio, la canna viene preriscaldata attraverso apposite resistenze elettriche.
Giornata ricca di cultura e di emozioni, non c’è che dire, in cui i fedeli si sentono partecipi di un evento storico e da cui traspare tutta la forza e l’amore che caratterizza la fede. In balìa di questi momenti si fissano i maxi-schermi installati su San Pietro inquadranti il comignolo in primo piano, nella speranzosa attesa dell’”Habemus Papam”.
Bruna Di Matteo