[dropcap]S[/dropcap]barrate le porte dei tribunali ed incrociate le braccia degli avvocati: è iniziata oggi la prima giornata di sciopero dei legali penalisti e civilisti, indetta dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA), che ha registrato circa il 90% delle adesioni. Una protesta che si scaglia contro le riforme sulla giustizia civile contenute nel “Decreto del fare” ed appoggiate dal governo. Uno sciopero iniziato talaltro in un clima di tensioni, dopo la nota affermazione -“Gli avvocati, le grandi lobby impediscono che il nostro Paese diventi normale” –pronunciata dal Guardasigilli Annamaria Cancellieri . Dichiarazione, questa, che ha scatenato non poche polemiche proprio in questi ultimi giorni e che ha portato gli stessi avvocati a disertare l’incontro del 3 luglio con il Guardasigilli. Per quanto riguarda l’astensione iniziata oggi, il presidente dell’Oua Nicola Marino ha dichiarato: “La partecipazione è stata massiccia in tutto il Paese, circa il 90%. Da Palermo, passando per Napoli, fino al nord Italia, in centri piccoli e grandi, gli avvocati unitariamente hanno dato un messaggio chiaro: le riforme si fanno con il dialogo non con i colpi di mano e i decreti legge. E soprattutto la macchina giudiziaria si cambia per tutelare tutti i cittadini, poveri e ricchi, non per limitarne l’accesso”. Marino ha inoltre ribadito il secco “no”, da parte dell’avvocatura, rivolto ad interventi come la mediazione obbligatoria, un sistema unico in Europa e definito “totalmente fallimentare” nel nostro Paese oltreché bocciato dalla Consulta. [divider]Riferendosi poi alla Cancellieri il presidente ha aggiunto: “Se, ci fosse stato un confronto preventivo, il ministro Cancellieri avrebbe potuto discutere con l’avvocatura delle proposte licenziate dall’ultimo congresso forense, tra queste, la negoziazione assistita, le camere arbitrali, la mediazione facoltativa e di qualità, ma anche sulle nostre proposte straordinarie e alternative per lo smaltimento dell’arretrato. Il ministro dopo le polemiche di questi giorni, il già noto fuori onda e le accuse di lobbismo e di fronte ad una così forte e unitaria risposta dell’avvocatura, ha la possibilità di fare una forte correzione di rotta, innanzitutto recuperando la dimensione del reciproco rispetto e confronto e, poi, prendendo davvero in considerazione le analisi e le iniziative degli avvocati, i quali sono pronti a passare dalla protesta alla proposta. Non si perda un’altra occasione, cominciamo, intanto, con lo sciogliere il nodo dei provvedimenti contenuti nel cosiddetto ‘decreto del fare’, innanzitutto stralciando le norme relative alla giustizia”. Lo sciopero continuerà, come programmato, fino al 16 luglio.
Bruna Di Matteo