[dropcap]R[/dropcap]oghi tossici, se ne parla tanto negli ultimi tempi. Probabilmente associamo le due parole a quella che oramai viene definita da tutti Terra dei Fuochi. Ma il fenomeno criminale è ben più esteso e capita pure di averlo in piena città, a Napoli, sotto gli occhi di tutti, senza alcun controllo: roghi tossici ed altamente pericolosi a cui le istituzioni, da tempo, sembrano fare orecchie da mercante. Nel quartiere di Scampia, area a nord di Napoli, dietro il campo rom, quasi tutte le sere vengono sistematicamente sversati e bruciati rifiuti di ogni genere.
Noi de Linkazzato.it ci siamo recati sul posto ed abbiamo fotografato un’emergenza vera e propria che si consuma a danno di residenti e cittadini rom in una delle zone più abitate del quartiere. Un odore nauseabondo, di quegli odori che ti causano subito dolore al petto, materiali di risulta, industriali, pneumatici, auto, tutto bruciato illegalmente. Per non parlare, poi, del pellame e degli animali in avanzato stato di decomposizione. Montagne e montagne di spazzatura tali da occupare l’intera carreggiata. Ma aldilà dell’evidente emergenza ambientale e sanitaria, un aspetto in particolare ci appare paradossale: I cumuli di immondizia dati alle fiamme – almeno 3 volte alla settimana, ci dicono alcuni residenti – si trovano a 50 metri dalla scuola materna ed elementare “Ilaria Alpi” e dinnanzi alla famosa Isola Ecologica dell’Asìa. Possibile che lo scempio resti inosservato?
“E’ impossibile pensare che questo materiale venga scaricato e dato alle fiamme, quasi tutte le sere, senza che nessuno se ne accorga – spiega Renato Marino dell’associazione “Gridas” – Tutti questi rifiuti vengono incendiati metodicamente e noi residenti siamo costretti a chiudere finestre e balconi per non far entrare in casa il fumo e la puzza. Tra la spazzatura, oltre ai materiali industriali di qualsiasi genere, ci sono pneumatici usurati che sono tra i più tossici e pericolosi per la salute – continua Marino – Ad oggi nonostante le segnalazioni, sul territorio non esistono operazioni di controllo e di soppressione del fenomeno. A quanto apprendiamo purtroppo l’Asìa non ha i mezzi appropriati per rimuovere queste enormi masse di rifiuti. Data la drammatica situazione chiediamo un immediato screening in primis per le patologie respiratorie sui cittadini ma soprattutto sui bambini della vicina scuola e sui numerosi bimbi rom che vivono nel campo che si trova a meno di 10 metri dalla discarica a cielo aperto”.[divider]E proprio sul campo rom, dove le comunità vivono in condizioni igenico-sanitarie disastrose, ci viene spiegato che i fondi per delocalizzare gli abitanti in altre sistemazioni erano stati pure stanziati dal Comune ed erano stati presentati appositi progetti a cui aveva partecipato lo stesso “Gridas”: “Da 6 anni a questa parte non ci hanno fatto sapere nulla in merito ai fondi che dovevano essere stanziati. La cosa certa è che queste persone non possono continuare a vivere in questo modo ed hanno bisogno di sostegno. Lo stesso sostegno che ci aspettiamo per la tutela della salute di tutti noi che viviamo a pochi metri da questo scempio”.
“E’ necessario – conclude Marino – sensibilizzare i cittadini di Scampia nei confronti di questa autentica emergenza. Ebbene sapere che il problema dei roghi tossici non è confinato nelle terre di Giugliano, noi ce l’abbiamo sotto casa. Inoltre, mentre nelle zone del casertano e dintorni negli anni hanno interrato i rifiuti con le tragiche conseguenze che tutti conosciamo, qui i roghi e i fumi sono all’ordine del giorno con impatto immediato sulla salute dei residenti. Le autorità e le istituzioni devono subito scendere in campo per tutelare i nostri diritti. Noi tutti, napoletani e rom, ci sentiamo da troppo tempo abbandonati”.
Intervista a Renato Marino dell’associazione Gridas
Intervista a Gianni, abitante del campo rom di Scampia
La Diretta radiofonica su Radio Kisskiss Napoli
Paola Di Matteo