
I guai giudiziari di Claudio Scajola non finiscono mai e questa volta pare proprio che nulla fosse lasciato al caso o fatto a sua insaputa, anzi.
Ieri all’alba mentre l’ex Ministro era in un albergo di lusso in Via Veneto a Roma hanno fatto irruzione quelli della Dia di Reggio Calabria, la Direzione Investigativa Antimafia e lo hanno arrestato. Le motivazioni sono chiare: lui ed altri 15 indagati, a vario titolo, hanno agevolato, grazie alla loro interposizione, l’occultamento delle reale disponibilità dei beni di Amedeo Matacena e di aver favorito la sua latitanza. [divider]
Matacena, ex parlamentare di Forza Italia ed imprenditore calabrese, condannato in via definitiva a 5 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa al momento è a Dubai come latitante ma grazie proprio al supporto di Scajola ed altri interlocutori “ai piani alti” stava per spostarsi in Libano perchè ormai la situazione nello stato arabo cominciava a diventare difficoltosa.
A inchiodare il parlamentare forzista alcune sue intercettazioni telefoniche con la moglie di Matacena, la signora Chiara Rizzo, indagata anche lei assieme alla suocera Raffaella De Carolis. Il contatto telefonico più scottante tra i due risale al 12 Dicembre 2013 alle ore 12.12; durante la conversazione Claudio Scajola dice chiaramente alla Rizzo che Matacena verrà spostato in “un posto più sicuro e molto migliore, ma più vicino anche ” ed ancora più esplicitamente che Matacena “deve andare nella capitale….a L….” “L?” “No, L. è il paese deve andare a B” dove L sta per Libano e B sta per la sua capitale Beirut.[divider]
I contatti in Libano l’ex sindaco di Imperia, già arrestato nel 1983 e più recentemente accusato di aver preso tangenti da Diego Anemone, coinvolto in un’inchiesta sugli appalti pubblici, per l’acquisto di una splendida casa con vista sul Colosseo, li aveva ed anche di una certa caratura. Amico di Scajola è infatti Vincenzo Speziali, imprenditore calabrese risiedente a Beirut perchè sposato, pare, con la figlia di Amin Gemayel, ex presidente del Libano.
I contatti tra tutte le 15 persone indagate sono stati durante i mesi scorsi molto frequenti sia a Milano che a Roma che a Montecarlo.
L’operazione che ha portato all’arresto dell’ex ministro dell’ Interno rientra nell’indagine “Breakfast” che da pi di due anni vede impegnata la Dia di Reggio Calabria; le indagini coinvolgono investimenti di capitali illeciti che fanno capo alla ‘ndrangheta in Italia e all’estero. Sono state effettuate già numerose perquisizioni in società italiane che sono collegate a capitali esteri per un valore di circa 50 milioni di euro.
Al momento Cludio Scajola e gli altri arrestati sono detenuti nel carcere romano di Regina Coeli.
Ieri all’alba mentre l’ex Ministro era in un albergo di lusso in Via Veneto a Roma hanno fatto irruzione quelli della Dia di Reggio Calabria, la Direzione Investigativa Antimafia e lo hanno arrestato. Le motivazioni sono chiare: lui ed altri 15 indagati, a vario titolo, hanno agevolato, grazie alla loro interposizione, l’occultamento delle reale disponibilità dei beni di Amedeo Matacena e di aver favorito la sua latitanza. [divider]
Matacena, ex parlamentare di Forza Italia ed imprenditore calabrese, condannato in via definitiva a 5 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa al momento è a Dubai come latitante ma grazie proprio al supporto di Scajola ed altri interlocutori “ai piani alti” stava per spostarsi in Libano perchè ormai la situazione nello stato arabo cominciava a diventare difficoltosa.
A inchiodare il parlamentare forzista alcune sue intercettazioni telefoniche con la moglie di Matacena, la signora Chiara Rizzo, indagata anche lei assieme alla suocera Raffaella De Carolis. Il contatto telefonico più scottante tra i due risale al 12 Dicembre 2013 alle ore 12.12; durante la conversazione Claudio Scajola dice chiaramente alla Rizzo che Matacena verrà spostato in “un posto più sicuro e molto migliore, ma più vicino anche ” ed ancora più esplicitamente che Matacena “deve andare nella capitale….a L….” “L?” “No, L. è il paese deve andare a B” dove L sta per Libano e B sta per la sua capitale Beirut.[divider]
I contatti in Libano l’ex sindaco di Imperia, già arrestato nel 1983 e più recentemente accusato di aver preso tangenti da Diego Anemone, coinvolto in un’inchiesta sugli appalti pubblici, per l’acquisto di una splendida casa con vista sul Colosseo, li aveva ed anche di una certa caratura. Amico di Scajola è infatti Vincenzo Speziali, imprenditore calabrese risiedente a Beirut perchè sposato, pare, con la figlia di Amin Gemayel, ex presidente del Libano.

I contatti tra tutte le 15 persone indagate sono stati durante i mesi scorsi molto frequenti sia a Milano che a Roma che a Montecarlo.
L’operazione che ha portato all’arresto dell’ex ministro dell’ Interno rientra nell’indagine “Breakfast” che da pi di due anni vede impegnata la Dia di Reggio Calabria; le indagini coinvolgono investimenti di capitali illeciti che fanno capo alla ‘ndrangheta in Italia e all’estero. Sono state effettuate già numerose perquisizioni in società italiane che sono collegate a capitali esteri per un valore di circa 50 milioni di euro.
Al momento Cludio Scajola e gli altri arrestati sono detenuti nel carcere romano di Regina Coeli.