
Un’iniziativa che parte dal basso, questa dei ragazzi della Sanità, il cui esempio finalmente viene esaltato anche dalla stampa di tiratura nazionale. Un’idea che nasce sotto una buona stella, quella del parroco della Chiesa di Santa Maria della Sanità, dal quale i ragazzi hanno imparato a educare la propria sensibilità ai valori dell’inclusione, del rispetto, del lavoro e anche del bello. E così si sono dedicati al recupero dall’abbandono di quei beni che appartengono al proprio territorio. Come le catacombe, patrimonio della Sanità che molti non conoscono.
Quei ragazzi hanno formato la cooperativa la Paranza (sito) con un’idea che nasce proprio dal bisogno di appartenere a un’altra storia e di riconoscersi in un’altra identità, proprio perché talvolta la realtà può anche essere capovolta, grazie alla forza di volontà e al lavoro e grazie alla dedizione e all’amore.
Il primo investimento lo hanno fatto su se stessi, individuando il metodo per coniugare al meglio le proprie capacità e professionalità con una strategia di sviluppo di servizi che fa perno sulla bellezza dei siti che costituisce un’attrattiva per i flussi turistici. Dalla riscoperta e valorizzazione dei luoghi, l’esperienza si è sviluppata fino a coinvolgere altri attori economici che hanno dato vita ad una economia sociale formata da artigiani e piccole cooperative. Questi i numeri che riassumono gli ultimi anni del lavoro della cooperativa:
“Negli ultimi 4 anni: 10.620 mq di Patrimonio illuminato, 632 mq di Patrimonio restaurato, 11.450 mq di Patrimonio reso fruibile, oltre 100 partner, oltre 100 posti di lavoro diretti/indiretti e circa 200.000 visitatori.”
Oggi la cooperativa ha 15 dipendenti e la catacomba di San Gennaro è fruibile da tutti grazie al lavoro fatto fin qui per abbattere le barriere architettoniche. È stato sviluppato un progetto che non si limita alla fruizione ma anche alla conservazione del sito e i risultati si sono visti a partire dal numero dei turisti affluiti, che è in crescita, e dalla ricaduta in termini di incremento dei restauri, dell’artigianato, dei servizi alla ristorazione, tanto che alcuni attori economici si sono legati con un contratto di rete e costituiscono la componente profit del progetto. In questo contesto virtuoso fioccano altre iniziative sempre dal basso per stimolare ed incoraggiare le arti, la musica, lo sport e il teatro che qui è di casa. In una di queste stradine nacque Antonio de Curtis in arte Totò.