

[dropcap]A[/dropcap] Napoli, ancora una volta, si è ripetuto il prodigio dello scioglimento del sangue di San Gennaro, alle ore 9:41. Il Santo, patrono della città partenopea e della regione Campania, appartenne alla gens Ianuaria. Nel Duomo sono custodite due ampolle di vetro, di foggia antica, contenenti una sostanza allo stato solido che la tradizione afferma essere il sangue del santo protettore. La sostanza in questione, puntualmente, fonde tre volte all’anno: il 19 settembre, data in cui fu decapitato il martire nel 305 d.C.; il 16 dicembre, nell’anniversario di una terribile eruzione del Vesuvio arrestata, secondo credenza popolare, per intercessione di San Gennaro; e la prima domenica di maggio, in ricordo della traslazione delle spoglie mortali da Pozzuoli alle catacombe di Capodimonte. Sulle pagine del “Chronicon Siculum” , fu annotato che il prodigio fu annoverato, per la prima volta, nel 1389. L’annuncio del compimento del miracolo e dunque dello scioglimento spontaneo di grumi rappresi, scuri e solidi è stato dato ai fedeli in preghiera dal cardinale Crescenzio Sepe, nel Duomo di Napoli. Come da usanza, Sepe ha sventolato il fazzoletto bianco.
San Gennaro non significa soltanto devozione religiosa nei confronti di un santo prestigioso. Egli rappresenta anche un punto di riferimento per credenze popolari e superstizioni. Per la città, il ripetersi della riuscita dell’evento indica l’allontanamento di calamità e disgrazie. Dunque, un ottimo augurio.
Francesca Saveria Cimmino