

La mostra è curata da Lélia Wanick Salgado, la moglie del fotografo, ed è un vero e proprio studio antropologico e zoologico. In uno dei suoi numerosi viaggi, ad esempio, Salgado ha visitato una tribù indigena in Brasile, gli Zo’é, e per comunicare con loro ha portato con sé Ana Suelly Arruda, una linguista dell’Università di Brasília, che ne conosce la lingua. Ciò che colpisce delle foto in cui sono raffigurati gli Zo’é è che alcune sono in posa, non sono “foto rubate”, e ciò significa che Salgado è riuscito a conquistare la loro fiducia. È molto raro che gli indigeni accolgano un uomo esterno alle loro tribù con una tale confidenza.Per quanto riguarda le specie animali, la mostra è strettamente collegata a visite didattiche organizzate per le scuole e per le famiglie. In particolare, le visite animate e i laboratori per le scuole saranno guidate da un esperto nella comunicazione scientifica che, in base al percorso prescelto, focalizzerà l’attenzione su alcune foto esemplifcative del tema da approfondire: si partirà dall’analisi dell’immagine e del suo soggetto per illustrarne i contenuti scientifici, adattando le spiegazioni e il linguaggio all’età degli studenti e alla tipologia di istituto che frequentano. Il gruppo scolastico approfondirà gli argomenti suggeriti dalle fotografie di Salgado, scegliendo uno tra i seguenti grandi temi: percorso biodiversità, percorso antropologia e percorso ecologia. Un percorso didattico che può trasformarsi attraverso il fascino evocativo delle foto in una vera e propria lezione di vita, nella speranza di sensibilizzare l’uomo nel suo rapporto con la natura.Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui
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