[dropcap]B[/dropcap]ruciano copertoni e guaine di filo elettrico per poterne ricavare rame da rivendere sul mercato nero. E’ la nuova trovata degli zingari: a Roma, nel quartiere Trieste, i cittadini sono arrivati allo stremo delle forze costretti a vivere in un ambiente saturo di policarburi aromatici e diossine. Fumi tossici che invadono gli appartamenti, forti disagi respiratori, gole irritate e una preoccupazione che cresce senza soste. Un avvelenamento lento e continuo che avviene dopo giorno: questo è quanto denunciato dai residenti della zona in preda alla rabbia accumulata in mesi e mesi di disagi e di silenzio da parte dell’Asl. Inoltre, nelle zone limitrofe i Rom depredano i cassonetti dell’immondizia alla ricerca di materiale riciclabile e rubano tutto ciò che può essere utile al loro prodigo commercio. E l’Asl ha fatto sempre le solite “orecchie da mercante”. Ma venerdi 19 aprile 2013, la Polizia locale Roma Capitale, ha preso la situazione in mano avviando lungo le sponde del Tevere, un grossa operazione contro il fenomeno delle esalazioni tossiche in II e IV Municipio. In un nota le forze dell’ordine hanno dichiarato che:
I falò prodotti da senza fissa dimora che bruciano cavi elettrici per ricavarne rame, vengono accesi soprattutto nelle ore notturne e, oltre a mettere in pericolo la salute dei residenti, provocano danni alle linee aeree elettriche delle ferrovie dello Stato
Per questo stamattina i vigili del Nucleo Assistenza Emarginati del II Gruppo, insieme al Pronto Intervento Centro Storico e al personale del Commissariato Villa Glori, sono intervenuti in via del Foro Italico all’interno del campo nomadi dove si erano abusivamente insediate oltre cento persone. Al momento della perlustrazione gli agenti hanno trovato ed identificato quarantacinque romeni. Tra questi anche nove minori che sono stati affidati ai Servizi Sociali mentre gli adulti si sono allontanati spontaneamente. Demolite ventuno baracche in legno con utenze allacciate illegalmente. Sono state controllate anche tutte le autovetture presenti sul posto, due con targa romena, otto con targa bulgara e sei con targa italiana. Due autocarri sono stati sottoposti a sequestro perché privi di copertura assicurativa. Continuano i fenomeni criminali da parte delle comunità romene, continuano le assenze delle istituzioni. Razzismo e rabbia inevitabili?
Bruna Di Matteo