[dropcap]A[/dropcap]ncora disastri ambientali, ancora eco-mafie, ancora morti di tumore. Sono quasi vent’anni che la “terra dei fuochi” sta bruciando, sono quasi vent’anni che i cittadini respirano fumi velenosi, sono quasi vent’anni che sulle loro tavole arrivano cibi contaminati. Si tratta della zona compresa tra Napoli e Caserta: un’area che, di notte, sistematicamente si illumina. Ma non si tratta di una luce di festa: sono i roghi tossici dei rifiuti “non urbani”. Materiali industriali ed altamente nocivi che in questo modo vengono smaltiti illegalmente da persone senza scrupoli. Tonnellate di sostanze dannose provenienti maggiormente dal Nord Italia e trasportate illegalmente in Campania che, oltre ad essere bruciate a costi irrisori per le industrie, vengono anche interrate generando un percolato altamente inquinato che irrimediabilmente penetra nei terreni fino ad incontrare le falde acquifere . [divider]Come spiegato ai microfoni de Linkazzato.it da Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, nel caso degli interramenti le conseguenze maggiori a livello alimentare e di approvvigionamento idrico si avranno nei prossimi decenni. Un danno immediato e soprattutto a lungo termine, dunque, una “bomba” ecologica e sanitaria in piena regola. Il fenomeno genera pesanti conseguenze anche sulla salute dei residenti che si ammalano gravemente, che muoiono di cancro. In proposito oltre all’alto tasso di neoplasie gastrointestinali sul territorio “incriminanto”, ancor più frequente è una specifica forma di cancro del sangue ribattezzata “Cancro del Sarno”, proprio perché più assidua nella zona del noto fiume. Legambiente, in proposito, è a lavoro per dimostrare la correlazione tra i tumori ed il disastro ambientale, anche se, dati i “focolai” in cui maggiormente si registrano le malattie menzionate, è praticamente una corrispondenza comprovata.[divider] E lo Stato? Ultimamente sembra che qualcosa si sia mosso grazie alla nomina di un “commissario per la terra dei fuochi” con il compito di monitorare costantemente la tratta interessata, continuare le indagini sul territorio e magari per avviare la risoluzione più attesa e mai arrivata: la bonifica. Ma in tutti questi anni le Istituzioni sono state totalmente assenti, “complici” come definite da Buonomo. In mancanza di tutela e di interventi adeguati, lo Stato è stato “latitante al pari di tanti criminali”. Adesso è arrivata l’ora di intervenire in maniera forte, con mezzi adeguati e cercare di ridurre il più possibile i danni già fatti e quelli che inevitabilmente verranno. E’ tempo di ritrovare l’amore per un territorio usurpato ma soprattutto di ritrovare l’amore verso gli uomini, le donne, i bambini che si ammalano, che sono morti e che continuano a morire a causa dei traffici illegali di criminali senza coscienza.
Intervista al Presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo
Bruna Di Matteo