
E’ stato presentato in Senato il disegno di legge di riforma dello stesso Senato, preparato dalla commissione Affari Costituzionali. 7800 (settemilaottocento!) gli emendamenti subito presentati. “Svolta autoritaria” il tormentone delle opposizioni. “Allucinazione e bugia” la risposta autoritaria della ministressa. La riforma prevede la riduzione del numero dei senatori a cento rappresentanti non più eletti dai cittadini; dovrebbero essere scelti tra i consiglieri regionali, con l’aggiunta di alcuni sindaci e quattro (fortunatissimi) di nomina presidenziale. I senatori non avrebbero retribuzione, in quanto già dotati delle indennità previste dagli organismi amministrativi da cui provengono. Tuttavia l’aspetto più importante della riforma è la fine del “bicameralismo paritario”. Le leggi saranno votate solo dalla Camera dei deputati, senza il passaggio al Senato come avviene ancora adesso. La legge di riforma continua a provocare polemiche nelle fila degli stessi partiti che l’hanno elaborata: il partito democratico e quello di Berlusconi, legati dal “patto del Nazareno” segreto più di un trattato militare, siglato, si presume a parole, fra Matteo attuale presidente del Consiglio e Silvio ex presidente ed ex senatore, la cui posizione è uscita rafforzata dall’assoluzione decretata dalla Corte di Appello di Milano nel processo Ruby. Su trenta costituzionalisti interpellati, venticinque hanno espresso parere negativo sulla legge, avanzando dubbi sulla sua costituzionalità. Se poi si pensa al precedente storico vien proprio voglia di chiudere la vicenda come burletta estiva. Ai tempi della Costituente infatti, sul Senato e sulle sue funzioni l’accordo fu raggiunto da De Gasperi e Calamandrei… Ai nostri giorni l’accordo è stato raggiunto da Denis Verdini, inquisito per il fallimento della sua banca, e il ministro delle riforme Boschi, giovane e bella ma senza esperienza e studi specifici. Comunque, vista la ridda di emendamenti presentati dai senatori dissidenti, la discussione richiederà tempo e pazienza. La fronda senatoriale chiede soprattutto l’elezione diretta del Senato da parte dei cittadini. Teniamo presente che la maggior parte dei senatori “riformati” verrebbe dalle fila dei consiglieri regionali, una parte non esigua dei quali inquisita per avere usato in modo (per così dire) disinvolto i rimborsi elettorali. Il popolo italiano non sceglie più i propri rappresentanti al Parlamento da circa dieci anni, costretto a votare liste bloccate con candidati scelti e imposti dai segretari di partito, e anche il progetto di riforma di elezione della Camera dei deputati, il famigerato “italicum” altro capolavoro partorito dal patto del Nazareno, prevede ancora liste bloccate nonostante la Corte Costituzionale si sia più volte espressa per le preferenze. Mattarellum, porcellum, italicum, costituzionellum, girovagandum…Forse sarebbe ora di piantarla col latinorum da beata ignoranza e ridare solo la parola al popolo sovrano per fargli scegliere i suoi rappresentanti al Parlamento. Mandare nelle istituzioni chi il popolo ritenga degno di fare il bene della nazione e di legiferare razionalmente, saremmo pur pronti per questa grande prova di democrazia.