[dropcap]” R[/dropcap]azzista, misogino, in netto contrasto con tutto ciò che costituisce una società umana e solidale”: Gottfried Wagner non utilizza mezzi toni al nobile avo, il compositore, direttore d’orchestra e librettista Richard Wagner. E in un libro uscito in occasione del duecentesimo anniversario della sua nascita (22 maggio 1813), mette nero su bianco il lato oscuro dell’autore più apprezzato dal dittatore del III Reich, Adolf Hitler. Scrive Gottfried, figlio di Wolfgang, a lungo direttore del festival wagneriano di Bayreuth, morto nel 2010: “La visione del mondo del compositore che ha caratterizzato la sua vita, i suoi scritti e le sue opere, è inconciliabile con i fondamenti dell’etica umana “. Quello di Gottfried “ Non devi avere altri dei al di fuori di me” non è certamente l’unico libro su Richard Wagner in uscita quest’anno. Sicuramente è il più forte. Per l’autore, che da tempo vive in Italia, la Weltanschauung, la tedesca visione del mondo dell’illustre avo è “determinata dal razzismo, dal disprezzo delle donne, dall’auto-idolatria e dal pessimismo ”. Inoltre il pensiero del compositore e il suo atteggiamento verso il resto del mondo sono in netto contrasto , come scrive lo stesso Gottfried : “Con tutto ciò che costituisce una società umana e solidale. Proprio per questo è diventato un idolo e una guida per coloro che hanno portato la Germania e l’Europa su una strada funesta “. [divider]L’autore, che nella vita oltre a scrivere libri fa il regista d’opera e teatrale, non è nuovo ad attacchi frontali contro la sua ingombrante famiglia. Già nella sua biografia, “ Chi non ulula coi lupi “, alla fine degli anni ’90 aveva fatto per la prima volta i conti con il passato dei Wagner, accusandoli apertamente di minimizzare il coinvolgimento con il regime nazista. Stavolta Gottfried è andato più a fondo, andando a confrontarsi non con i più diretti discendenti, ma con il compositore, apertamente antisemita, Richard. Stando a quanto riporta il regista teatrale nel suo libro, oltre alle note inclinazioni wagneriane per le teorie razziste tanto in voga in quegli anni, il compositore era anche uno sprecone, che si è approfittato senza scrupoli dei soldi altrui, vivendo sulle spalle degli altri per dimostrare “ quanto divino fosse lui, e quanto divine fossero le sue opere “. Pronto a mettere in piedi tutti gli intrighi utili alla sua carriera, unico vero centro dei suoi pensieri, Wagner aveva anche un pessimo rapporto con le donne, dalle quali pretendeva una sottomissione totale. Per Gottfried non è possibile amare la musica di Wagner prescindendo da tutti questi aspetti. E sbagliano i tanti ricercatori e musicologi che invece hanno scelto quella strada, come il direttore d’orchestra Christian Thielmann, che pochi mesi fa ha pubblicato un altro volume su Wagner. Quel cognome importante Gottfried continua a reggerlo come un pesante fardello di cui sembra volersi liberare agli occhi del mondo.
Bruna Di Matteo