[dropcap]A[/dropcap]ssolti Milena Gabanelli e Bernardo Iovine dall’accusa di diffamazione. Una buona notizia che ci giunge direttamente dalla Corte di Cassazione. I fatti.
Nel 2002 furono denunciati dai vertici della Casa Olearea Italiana SPA per un servizio, andato in onda su Rai 3 durante la trasmissione “Report” il 10 marzo del 2002, in cui il giornalista Iovine affermava: “Senza giri di parole si sospetta proprio della più grande raffineria italiana di Monopoli: abbiamo girato la domanda al presidente”. All’ epoca dei fatti l’ azienda si ritenne offesa e decise di denunciare per diffamazione i due cronisti della Rai.
Il Tribunale di Brindisi ha sancito però che il fatto non può considerarsi reato riconoscendo alla Gabanelli ed a Iovine “una giustificazione del diritto di critica nella forma putativa” e ritenendo che avessero agito con la convinzione che quel sospetto fosse fondato.
La Cassazione infatti ha così emesso sentenza: “Il risvolto del diritto all’espressione del pensiero del giornalista, costituito dal diritto della collettività ad essere informata non solo sulle notizie di cronaca ma anche sui temi sociali di particolare rilievo attinenti alla libertà, alla sicurezza, alla salute e agli altri diritti di interesse generale, sia operativo in concreto”. “Pretendere – si legge in uno stralcio di sentenza – che la censura a priori del giornalismo esplicato mediante la denuncia di sospetti di illeciti, significherebbe degradare fino ad annullarlo il concetto stesso di sospetto e di giornalismo di inchiesta”.
La denuncia per diffamazione, e quindi la conseguente censura è, di certo, il mezzo più comune per difendere i propri interessi, siano essi di natura finanziaria oppure politica, ma sempre più spesso si legge di giornalisti alle prese con la censura o con altre forme di controllo che talvolta intendono solo imbavagliare il professionista ritenuto “scomodo”. Fortunatamente non sempre queste forme di controllo vengono esercitate pienamente. Ancora una volta il giornalismo ha vinto la sua causa.
Vincenzo Nigri