
Napoli, Via Toledo in adiacenza di Piazza 7 Settembre.
Ore 10:40, un uomo viene fermato, derubato e colpito al volto con il calcio di una pistola.
Solita scena, solito copione, interpreti diversi.
Un film già visto, al punto che nei momenti successivi all’accaduto la solita folla formatasi intorno al malcapitato di turno, dopo essersi informata sul perché di quell’agglomerato umano, ha liquidato il fatto con : “Ah era solamenta na rapina?! E io me pensavo chissa’ ch’era succies…”
Episodi del genere sono ormai all’ordine del giorno, ed il cavalluccio rosso raccontato da Riccardo Pazzaglia in “Cosi parlò Bellavista” nel 1985, non fa più notizia.
Rapina, aggressione con arma da fuoco e percosse in pieno centro storico, in pieno giorno a pochi metri dai militari e dalle loro camionette messe in umido a Piazza Dante, volanti della Polizia e dei Carabinieri che circolano con assidua frequenza sull’asse di Via Toledo, telecamere di sorveglianza posizionate in più punti della città e niente di quanto elencato a rappresentare un reale deterrente per quella microcriminalità che lentamente sta divorando come un cancro all’ultimo stadio il corpo moribondo della nostra città.
La notizia che non fa più notizia,
“ è una semplice rapina, signò ma c’alluccate a fa?!”
dicevano i passanti ad un’anziana signora impaurita,testimone dell’accaduto.
Questa serie di sistematici eventi dovrebbe farci riflettere sulla reale condizione in cui sono, siamo costretti a vivere noi napoletani ogni giorno. Una condizione di totale disagio ed insofferenza verso la quale lo stato e le istituzioni in maniera coerente e metodica, latitano e speculano dall’alba dei tempi.
Il cavalluccio rosso oggi è una rapina, domani l’ennesimo morto ammazzato, ed il giorno dopo ancora un’altra serie di abusi, soprusi e reati commessi dalla giovane manovalanza camorristica e dall’inefficienza delle forze dell’ordine ormai in balia di se stesse. Ed allora come nel capolavoro di De Crescenzo assisteremo ad altre centinaia di scene come quella interpretata da Pazzaglia, senza più meravigliarci di nulla:
“Scusate ma ch’è succies ?!
No niente signo’, solamente na rapina…”
Foto servizio | Claudio Menna