
Al “Gran Caffè La Caffettiera” è stata presentata l’antologia “Caffè di Napoli” con i racconti di venticinque autori che intreccia tra letteratura e musica il nuovo singolo di Blandizzi, “Il buongiorno del caffè, il cui CD è inserito nel volume. Il caffè, luogo di incontro e bevanda sopraffina che in tutto il mondo riconcilia con la vita. Ma è da Napoli, patria se non originaria, sicuramente evolutiva, del caffè che si sprigiona – su più piani sensoriali, musica, parole e chicchi distillati nelle più ricche “trame” – il gusto dello stare insieme, del Tempo, vissuto nell’armonia dell’incontro diffondendo non solo l’aroma ma anche soprattutto cultura.
Infatti, come accadeva un tempo per gli antichi e storici caffè letterari – come introduce il Verri nel 1764 per il suo “Foglio periodico di Stampa” nato in una “bottega” di caffè e intitolato “Il Caffè” – eletti a luogo di incontro per musicisti, letterati, scienziati, pensatori, politici e semplici cittadini, in una parola, persone attive nella propria città, così al “Gran Caffè La Caffettiera” il 23 ottobre 2015 diverse personalità della cultura napoletana hanno presentato l’antologia “Caffè di Napoli” ideato e creato dal giornalista e scrittore Piero Antonio Toma, editore e fondatore della “Compagnia dei Trovatori”, che, appena un anno fa, nel 2014, ha pubblicato una miscellanea di autori e letterati del II ’900 dal titolo, “Caffè a Toledo”.
Con i racconti attorno ai Caffè della nuova antologia “Caffè di Napoli” venticinque scrittori contemporanei napoletani hanno sprigionato memorie e invenzioni ampliando, anche, l’immagine di un territorio con una vocazione – con il movente del “prendere un caffè” – all’incontro; ma soprattutto con “Caffè di Napoli” hanno creato un nuovo “caffè letterario” di una “virtualità concreta”, in cui le storie, le voci, per Giulio Ferroni nella sua prefazione all’antologia, si richiamano tra loro, sprigionando i colori e le diverse anime di Napoli, con, inoltre – insieme al marchio italiano di Espresso, Kamo – la possibilità di devolvere il ricavato alla Associazione Internazionale, operante in tutto il mondo, “Save the Children”.
Il “Gran Caffè La Caffettiera” a Napoli – testimonianza storica del rituale del caffè – nel cuore di una città “frenetica e lenta” al tempo stesso, ha ospitato quest’evento il 23 ottobre scorso. Insieme al curatore, Piero Antonio Toma, il filosofo Aldo Masullo, il docente di Letteratura Italiana all’Università Federico II, Matteo Palumbo e lo scrittore Maurizio de Giovanni – il cui racconto è ambientato proprio al “Gran Caffè La Caffettiera” in Piazza de Martiri – si sono interrogati sui Caffè a Napoli e sul caffè di Napoli, raccontando di Napoli con i suoi stessi cittadini, con cui riflettere se “meritino” questa città che resiste alle loro “disattenzioni”, probabilmente richiamandoli – proprio con le sue interne contraddittorietà – alla vocazione vera di questi “viandanti” della città.
Il discorso, intimo e comune al tempo stesso, induce a riflettere attorno al caffè e ai Caffè, una nutrita e attenta platea per il suo “coagulare” attorno a sé, appunto, diverse Arti, come il Teatro con Anna Maria Ackermann – la voce femminile del Teatro a Napoli – la Musica, con Lino Blandizzi – cantautore poliedrico e intimo al contempo, molto attento agli aspetti sociali della cultura – e le arti visive con un giovanissimo visualdesign Alessandro Francesco Esposito.
Il caffè suggerisce, inoltre, una pausa musicale nel flusso della vita, una pausa che impone un ritmo alla vita stessa. Il caffè, quindi, come una pausa musicale… una pausa poetica. E non è una sorpresa che il cantautore Lino Blandizzi – noto anche per la sua attenzione alla Poesia, come quella di De Filippo, Compagnone e della Ortese di cui ha musicato alcune poesie – sia stato ispirato anche lui da questa bevanda che è un po’ una “scusa” per stare con se stessi. Ma non si tratta di solipsismo tous court. Al contrario, come si diceva, è una pausa in cui ritrovarsi. Così infatti, il caffè “t’incontra e si racconta” nella canzone “Il buongiorno del caffè”, di Blandizzi.
L’intera cultura, quindi, si è coagulata attorno al caffè nelle persone più rappresentative e – che spingono al canto – di questa città, a parlare di “Lei” e di noi, suoi abitanti, dei suoi ricordi e di come i suoi cittadini non ne facciano, il più delle volte, un punto di forza, una risorsa, come ha sottolineato il filosofo Aldo Masullo.
Perchè è solo ri-leggendosi e rileggendo quanto fatto, detto e scritto, nelle proprie narrazioni, ma con un nuovo e diverso spirito, si può “andare oltre” i problemi e gli ostacoli. Solo così si può creare un consapevole presente che vada incontro al futuro.