[dropcap]S[/dropcap]ullo sfondo del tempo che scorre, il presente acquista tutto il suo significato proprio perché oggi, all’interno di una società che crede di essere la Verità, sua generatrice e custode, si mette il soggetto in condizione di crederlo generando individui fragili e creduloni.
Quasi tutto appare privo di senso, si parla sempre meno, il linguaggio è diventato atrofico, tutto sembra facilmente ottenibile, mentre il risultato reale è non saper più pensare e non sapersi più porre domande. Qui, dunque, nasce questa opportunità come tempo e spazio decisivi per la persona.
L’obiettivo di questa rubrica è spezzare la cornice – paradigma della verità, stimolare il dialogo, il confronto, la riflessione ma soprattutto prendere visione del problema da vari punti di vista, facilitare la riconsiderazione della propria realtà in assenza di giudizi, pregiudizi, moralismi per favorire l’ampliamento della visione di sé e del mondo.
Tatarkiewicz, uno dei pochi filosofi ad aver trattato della felicità, dice che essa consiste nel sentirsi a proprio agio nel mondo. E’ molto facile non sentirsi adatti nella società attuale visto che l’impressione di stabilità che lo consente è il frutto di abitudini e tradizioni solide che la globalizzazione economica e la cultura contemporanea impongono. La riflessione incide sulla crescita e sull’equilibrio della persona, si finalizza alla costruzione del pensiero critico che sa meditare sulla propria immagine del e nel mondo.
Questa, quindi, è una rubrica nella quale potete scrivere le vostre esperienze legate alla tristezza, malattia, amore, morte, felicità, studio, rapporto con i genitori, coniugi, docenti, datore di lavoro ecc.
“L’oggetto del lavoro” è l’individuo e la sua esistenza, cioè il suo “esserci” all’interno di una situazione che sia problematica o meno, mentre capire il valore del momento è il vantaggio sul quale ogni essere può intervenire.
Suzana Blazevic