[dropcap]O[/dropcap]re 19:06 circa del 13 marzo 2013, dopo 26 ore dall’inizio del conclave, è arrivata la tanto attesa fumata bianca. Il mondo è un tutt’uno di gioia, speranza e di amore al suon delle campane di San Pietro che battono a festa. Dopo circa un’ora, dal loggione centrale di San Pietro è arrivata la proclamazione dal Proto diacono Jean-Louis Tauran: “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum Georgium Marium, sanctae Romanae Ecclesiae cardinalem Bergoglio“. Di seguito poi ha annunciato che il Pontefice ha assunto il nome “Franciscum“, Francesco, in onore di San Francesco D’Assisi come confermato in conferenza stampa post-voto dal cardinale Usa Timothy Dolan, arcivescovo di New York. Il nuovo pontefice, eletto al quinto scrutinio, è il cardinale di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, 76enne, il primo papa sudamericano ed il primo ad assumere tale nominativo, per cui è inevitabile che in futuro, se ci saranno altri papi con questo nome, lui sarà ricordato nella storia come Papa Francesco. Dopo la solenne dichiarazione il nuovo Capo della Chiesa cattolica vestito con la talare bianca, senza stola, in segno di umiltà, sorridente si è affacciato dal loggiato ed ha salutato per la prima volta il popolo dei fedeli ed il mondo: “Fratelli e sorelle buona sera, sapete che il dovere del Conclave era dare un papa a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo… Ma siamo qui“. [divider]Nel suo primo discorso in piazza San Pietro, Papa Francesco ha poi recitato il Padre nostro per il “vescovo emerito Benedetto XVI” e si è rivolto alla folla domandando sostegno: “Vi chiedo un favore. Prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo una preghiera a Dio, dal popolo, perché benedica il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me“ rassomigliando, secondo molti, al “Papa dei giovani” Giovanni Paolo II, lo stesso che Il 20 maggio 1992 lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Ma l’ex cardinale ha anche un altro importante primato: Bergoglio è anche il primo pontefice gesuita nella storia del papa, infatti l’ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534, che al momento conta 17.906 gesuiti, di cui 12.737 sacerdoti, pur essendo importantissimo fin dall’antichità, non ha mai pronunciato un papa di Roma, avendo tra l’altro una gerarchia molto strutturata con in testa un potente preposito generale (oggi Adolfo Nicolas) che viene tradizionalmente chiamato il “Papa nero”.[divider]Il Pontefice Francesco è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 ma ha origini piemontesi: sono infatti di origini astigiane, nello specifico di Bricco Marmorito di Portacomaro, il bisnonno padre di sei figli, tra cui Giovanni Angelo Bergoglio, che si trasferì a Torino, dove poi è nato il padre del nuovo pontefice, Mario Giuseppe Francesco. In seguito Mario Giuseppe è emigrato in Argentina dove qualche anno dopo, nel 1936, è venuto alla luce Jorge Mario Bergoglio. Lo stesso ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico e solo in seguito ha scelto la strada del sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. L’11 marzo 1958 è passato al noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo San Josè di San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 ha studiato teologia presso la Facoltà di Teologia del collegio massimo San Josè, di San Miguel, dove ha conseguito la laurea. Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote. Nel 1970-71 ha compiuto il terzo probandato ad Alcala de Henares (Spagna) e il 22 aprile 1973 ha fatto la sua professione perpetua. E’ stato maestro di novizi a Villa Barilari, San Miguel (1972-1973), professore presso la Facoltà di Teologia, Consultore della Provincia e Rettore del collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è stato eletto Provinciale dell’Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni. Bergoglio è stato criticato in patria per i suoi silenzi sulla dittatura, dopo il golpe del ’76. Critiche che lo hanno visto accusato di non aver protetto due gesuiti che lavoravano in una baraccopoli di Buenos Aires, che furono poi rapiti. Come riferito dal sito Peace Reporter, il presidente dei vescovi argentini ha poi spinto la Chiesa a pubblicare una sorta di “mea culpa” in occasione del 30esimo anniversario del colpo di Stato. “Ricordare il passato per costruire saggiamente il presente” è il titolo della missiva apostolica, dove è stato chiesto agli argentini di volgere lo sguardo al passato per ricordare la rottura della vita democratica, la violazione della dignità umana e il disprezzo per la legge e le istituzioni.[divider] Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San Josè, nella Diocesi di San Miguel. Nel marzo 1986 si è recato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale; quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia nella città di Cordoba come direttore spirituale e confessore. Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l’ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Lujan, Monsignor Emilio Ogènovich. Il 3 giugno 1997 è stato nominato Arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino. E’ autore dei libri: Meditaciones para religiosos del 1982, Reflexiones sobre la vida apostolica del 1986 e Reflexiones de esperanza del 1992. E’ Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina che non possono contare su un Ordinario del loro rito. Gran Cancelliere dell’Università Cattolica Argentina. Relatore Generale aggiunto alla 10/a Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001). Dal novembre 2005 al novembre 2011 è stato Presidente della Conferenza Episcopale Argentina. Dal Beato Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Roberto Bellarmino. [divider]Oggi, 14 marzo 2013, per il Cardinale argentino è il primo giorno da Capo della Chiesa. Padre Lombardi in una conferenza stampa racconta:
Questa mattina Papa Francesco è andato a Santa Maria Maggiore per pregare la Madonna e portava anche un piccolo mazzo fiori che ha deposto sull’altare. Ieri dopo la elezione e la benedizione dalla Loggia era stata preparata per Papa Francesco l’auto solenne, targata Scv1 e invece ha voluto andare sul pulmino insieme agli altri cardinali. Stamattina Papa Francesco ha preso le sue valigie alla Casa del Clero, in via della Scrofa, e ha pagato il conto, per dare il buon esempio
Una “visita privata” perché Papa Francesco è “devoto” alla basilica nella quale ha salutato ad uno ad uno i padri domenicani penitenziari, noti come “i confessori del Papa” e poi ha proferito loro alcune parole: “Voi siete i confessori, misericordia, misericordia, misericordia. Siate misericordiosi verso le anime, ne hanno bisogno. Pregate per me“. Il Pontefice è poi andato a pregare nella Cappella Sistina, realizzata in ricordo di Sisto V, e si è soffermato davanti alla tomba del Papa domenicano San Pio V. Infine, ha voluto salutare uno per uno tutti i presenti e si è congedato non prima di porgere i saluti e la sua benedizione ad una donna incinta, ai dipendenti della cappella ed un gruppo di studenti all’uscita. Il neo Pontefice avrebbe voluto la basilica di Santa Maria Maggiore aperta a tutti come nei giorni normali e non avrebbe voluto i gendarmi e gli agenti di polizia a scortarlo. “Lasciate la basilica aperta sono un pellegrino, voglio andare tra i pellegrini. Non sono un indifeso“, ha contestato, ovviamente inutilmente.
Il card. Fernando Filoni, in un incontro nella Congregazione di Propaganda Fide, ha comunicato una delle linee di Francesco che ci chiede :
Zelo apostolico, uscire, andare verso chi ha bisogno, ad annunciare il Vangelo nelle periferie. Ci ha esortato a uscire da noi stessi, a non cedere a tentazioni di autoreferenzialità, ma ad andare verso i bisognosi, a portare un annuncio di gioia e di speranza verso tutte quelle realtà segnate dalla miseria materiale e spirituale. Come cristiani impegnati nell’opera di evangelizzazione possiamo dare il nostro contributo al ministero petrino, continuando a profondere il nostro impegno con generosità e amore
Bruna Di Matteo