[dropcap]E’[/dropcap] di questi giorni l’incresciosa ammissione di colpa del Cardinale scozzese Keith O’Brien riguardanti la sua “inappropriata” condotta sessuale. In un comunicato stampa, diffuso attraverso la chiesa cattolica scozzese, l’alto presule ha riconosciuto: “Negli ultimi giorni accuse nei miei confronti sono state rese pubbliche. In un primo momento, la loro natura non specifica e di anonimità mi ha indotto a contestarle. Tuttavia, voglio cogliere questa opportunità per ammettere che ci sono stati momenti in cui la mia condotta sessuale è caduta al di sotto degli standard da me richiesti, in quanto prete, arcivescovo e Cardinale“. O’Brien ha invocato poi il perdono verso coloro che ha offeso, alla chiesa cattolica ed all’intero popolo scozzese: “Porgo le mie scuse e chiedo il perdono a coloro che ho offeso, chiedo scusa anche alla chiesa cattolica e al popolo di Scozia’’. Le accuse di pedofilia a suo carico lo hanno visto al centro di presunti episodi risalenti agli anni ’80, periodo in cui il prete era direttore spirituale del St. Andrews College ed in seguito rettore del St.Mary’s College. Nello specifico, le denunce si riferivano ad un “approccio inappropriato” verso un seminarista ed a delle “attenzioni non volute”nei confronti di altri tre sacerdoti, atti compiuti nell’arco di 30 anni. alla luce di quanto ammesso, il Cardinale ha annunciato la sua auto-esclusione al Conclave, di cui era l’ unico rappresentante britannico: “Chiedo la benedizione di Dio sui miei fratelli cardinali che presto saranno a Roma per eleggere il nuovo Papa, io non mi aggiungerò a loro di persona per questo Conclave. Non voglio che l’attenzione dei media a Roma sia concentrata su di me” ed il 25 febbraio, Papa Benedetto XVI ha accettato le dimissioni da arcivescovo di St. Andrews e Edimburgo del 75enne Cardinale Scozzese, congedandolo ufficialmente “per raggiunti limiti di età”.
Vicenda davvero disonorevole che in vista dell’elezione del nuovo pontefice, di certo, non mette in buona luce la Chiesa ed i suoi rappresentanti e che vede la Gran Bretagna cattolica perdere il suo unico rappresentante a Roma.