
Della Pignasecca e dei suoi tesori più o meno nascosti ne abbiamo parlato in precedenti articoli e raccontato anche nel nostro “Pignasecca tour” (che ripeteremo in Primavera), ma oggi, 15 gennaio, ricorrenza della nascita di Paolo de Majo, vogliamo focalizzare l’attenzione su alcuni capolavori ancor più nascosti di questo artista amico di Alfonso Maria de’ Liguori.
Paolo de Majo è stato un importante pittore del tardo-barocco napoletano, uno dei tanti e fra i più valenti allievi della “nobilissima” scuola di Francesco Solimena, nato a Marcianise proprio il giorno 15 gennaio del 1703, ed il suo nome subito ci riporta a quelle splendide 4 tele che troviamo nella Chiesa della S.S. Trinità dei Pellegrini (eretta su progetto di Carlo Vanvitelli) in via Portamedina alla Pignasecca.
Parliamo di quattro grosse tele (220 x 170), realizzate nel 1766 e raffiguranti ognuna gli Evangelisti (Marco, Matteo, Luca e Giovanni) e poste nella zona del coro ubicato alle spalle dell’altare maggiore.
In realtà, nella splendida Chiesa si possono ammirare altri capolavori su tela di famosi pittori della scuola del Solimena, come Francesco de Mura (e dei suoi allievi come Giacinto Diano e Pietro Bardellino), Domenico Antonio Vaccaro e Giuseppe Bonito, ma anche altre meraviglie di altri famosi pittori di varie epoche che non stiamo qui ad elencare.
Ma senza andar troppo lontano, sempre nella zona della Pignasecca ed esattamente nella Chiesa di S.Nicola alla Carità, in quegli anni, il de Majo consegna altre tre tele (una pala d’altare intitolata “Sposalizio della Vergine” e due ovali raffiguranti San Filippo Neri e San Carlo Borromeo), tutte dedicate al fondatore della Congregazione dei Padri Pii Operari, Carlo Carafa e poste nella cappella a destra dell’ingresso.
Altre opere di Paolo de Majo le troviamo in giro per le chiese di Napoli e della provincia, come la “Sacra Famiglia” (complesso di S.Vincenzo dei Paoli nei Vergini), gli ovali nel Duomo rappresentanti la S.S. Trinità e l’Annunciazione, la “Circoncisione di Gesù” (chiesa di S. Domenico a Barra), “S. Maria della Purità” (chiesa della Croce al Mercato), “Madonna con Bambino” e “Madonna che appare a San Gennaro e S. Antonio” (chiesa del Carmine), “Miracolo di San Vincenzo Ferreri” (700 x 300, chiesa di Gesù e Maria), “Madonna del Rosario” e “San Francesco di Paola” (chiesa di Donnaromita), “Madonna col Bambino ed i SS Agostino, Monica, Gennaro ed Antonio” e la “Natività” (chiesa S. Maria della Consolazione a Villanova – Posillipo) e poi altre sei tele nella chiesa di Santa Maria Egiziaca e raffiguranti gli Evangelisti e le Virtù e per finire, una infinità di altri capolavori sparsi per la sua Marcianise, Caivano, Foggia, Agerola, Atella, ecc…
Vogliamo concludere ricordando che tantissimi capolavori d’arte sono purtroppo andati distrutti per sempre (dai bombardamenti subiti dalla città di Napoli da parte degli “alleati”), come i dipinti del de Majo nell’Abbazia di Montecassino ma soprattutto quelli che erano collocati nella volta della chiesa di Santa Chiara a Napoli.