[dropcap]I[/dropcap]l denaro si sa, non “guarda in faccia a nessuno”. L’avarizia questa volta non si è fermata nemmeno dinnanzi ai bambini ed alla loro salute. Infatti i Nas di Roma hanno sequestrato 35mila confezioni di farmaci destinati a curare la tosse dei più piccoli. Nello specifico le supposte di Ozopulmin in questione erano l’equivalente di una “scatola vuota”, prive del principio attivo e quindi inutili e pericolose perché i bimbi non ricevevano le cure necessarie. Un errore involontario della casa produttrice? Sembrerebbe proprio di no dato che l’azienda farmaceutica Geymonat, consapevole di non avere più a disposizione il componente attivo a causa di problemi di origine commerciale, ha scelto di non voler interrompere la produzione dell’Ozopulmin per non perdere la fetta di mercato. L’indagine è stata gestita con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ed ha condotto anche all’arresto ai domiciliari di tre dirigenti, incolpati di aver “Deliberatamente contraffatto un medicinale utilizzato anche per la cura di affezioni respiratorie di bambini e lattanti”. Il vicecomandante dei Nas, Antonio Diomeda, ha subito sollevato un appello: “Controllate se avete in casa Ozopulmin, in caso sospendetene l’uso e consegnate le scatole ai Nas o al farmacista”. [divider]Inoltre i Nas hanno scoperto che il falso farmaco, al posto del principio attivo, conteneva un composto simile utilizzato normalmente per i cosmetici e gli integratori alimentari, farmaceuticamente inefficace ma in grado di simularne la presenza nelle analisi. Lo scandalo è stato svelato grazie alla segnalazione di un farmacista che aveva fatto notare, attraverso il sistema di farmacovigilanza, che le supposte si sgretolavano e non possedevano la consistenza adeguata. In particolare i tre arrestati si procuravano dalla Francia il “fac-simile” del principio attivo ed in seguito effettuavano, sul prodotto finito, tutte le analisi obbligatorie ma utilizzando un procedimento diverso da quello riconosciuto in modo da fare apparire il medicamento in regola. Una documentazione irregolare accompagnava poi questi farmaci che con scadenza al marzo 2016 sono stati ritirati dal commercio. Secondo Domenico Di Giorgio, direttore dell’Unità che si occupa di contraffazione dentro l’agenzia del farmaco, è molto probabile che almeno 26mila confezioni siano state già impiegate. Una vicenda davvero vergognosa che lascia sgomenti: non si tratta della “solita” truffa ma della salute dei bambini. Una salute messa a rischio per sottostare alle sporche regole del “dio denaro”. Ma dove sono finite le coscienze?
Bruna Di Matteo