Torneranno i prati è il nuovo film di Ermanno Olmi, il regista bergamasco quasi 83enne che stavolta racconta la Grande Guerra. Le riprese sull’altopiano di Asiago, a poca distanza dalla sua casa, sono durate sette settimane e si sono concluse a fine febbraio. Due le trincee ivi costruite: una in val Giardini a 1100 metri d’altezza e l’altra in val Formica a 1800 metri. Il periodo storico di riferimento va dal 1915 al 1918. Tredici i soldati in scena; tra gli interpreti citiamo Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Andrea Di Maria, Francesco Formichetti, Camillo Grassi e Niccolò Senni. [divider]«Vorrei che questo film fosse, più che bello, utile contro la guerra» spiega l’autore di celebri opere come L’Albero degli zoccoli (1978) o Il mestiere delle armi (2001). Il film, costato 3 milioni e 200 mila euro, è dunque un inno alla pace: il fine che Olmi intende perseguire è, difatti, quello di mostrare quanto atroce sia il conflitto e quanto distrugga, laceri e possa provocare dolori incolmabili. Sembra, in realtà, il momento giusto per affrontare tale tema, visto quel che ai nostri giorni accade a Kiev; del resto il cinema si presta ad essere un medium, uno strumento, atto a far riflettere e a propagandare. Il film, attualmente in fase di post-produzione, ha ricevuto il contributo del Mibac ed è stato prodotto da Cinema Undici, Ipotesi Cinema e Rai Cinema. L’uscita è prevista nel prossimo autunno. Speriamo solo non sia troppo tardi![divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui