[dropcap]I[/dropcap]l nonnismo, ossia l’insieme degli atti semplici di superiorità (insulti, scherzi, ecc.) o di gravità maggiore (furto, lesioni, disturbo costante psicofisico della vittima, ecc.), è una realtà che da sempre caratterizza negativamente la cronaca, soprattutto negli ultimi anni. Oggi tale fenomeno torna a far parlare di sè ma questa volta la Cassazione difende coloro che hanno subìto questo fenomeno già soltanto dopo un mese di servizio militare. Secondo la sentenza n. 4809 del 26 febbraio 2013 della Suprema Corte, infatti, il Ministero della Difesa deve risarcire il danno subito da colui che, in quanto affetto da disturbi del comportamento già in giovane età, vedeva aggravarsi tale situazione durante il periodo del servizio militare a causa di episodi di nonnismo subiti durante tale lasso di tempo e che spesso sfociavano in una patologia di psicosi schizofrenica. La Corte, accogliendo la tesi già sostenuta dai giudici di Appello, ha stabilito che “almeno sotto il profilo dell’aggravamento di una patologia di cui purtroppo un giovane risultava già essere portatore, il comportamento dei dipendenti della PA, che lo avevano visitato e avuto alle loro dipendenze durante il mese di servizio di leva militare, ha contribuito all’insorgere degli episodi di disturbo mentale con paranoie e manie di persecuzione”.
Carlo Angelino