
Impossibile non comunicare. Questo il primo assioma della comunicazione del filosofo austriaco Paul Watzlawick, dunque anche il silenzio nella sua assenza verbale è una forma di espressione di pensiero. Il portale web di informazione Linkazzato.it fino ad ora si è servito del postulato di cui sopra, in merito all’overdose mediatica che ha messo sul piedistallo del viver barbarico la città di Napoli, e i recenti e tragici episodi di cronaca che l’hanno interessata.
Lungi dalla nostra linea editoriale, mettere la testa sotto la sabbia e bypassare le evidenti criticità che affliggono il capoluogo campano, dunque è giusto dare una corretta informazione dei fatti di cronaca, ma meno lo è accendere i riflettori dei patinati salotti televisivi per alimentare una retorica ridondanza di parole, proclami, promesse, dichiarazioni che risolvono magari solo il problema dello share televisivo e di certo non quello della mancanza di rispetto delle regole a Napoli.
Ma in fondo se non ci fosse la Napoli sfrontata , irriverente, imbarazzante, di cosa si parlerebbe in radio, tv, sui giornali? Immaginate che considerevole perdita di riconoscimento agli occhi dei nostri connazionali subiremo noi napoletani se si iniziasse a parlare delle tante valide, associazioni turistiche che ogni weekend organizzano visite guidate alla scoperta delle infinite bellezze della città di Partenope, ultima ma non per importanza la scoperta di un giardino con vista mozzafiato a Castel Sant’Elmo, per non parlare poi dei tanti artisti che si servono del tanto declamato ingegno dei napoletani, per fare qualcosa di buono per la città e senti, senti anche in rispetto dell’ambiente, no è molto più comodo sguazzare nel marcio, sedersi comodi in poltrona la sera e godersi lo spettacolo folcloristico della Napoli macchiettistica, dove la vita è appesa a un filo di lana.
E sia chiaro, tutto questo è purtroppo amara realtà e non è giusto raccontare due Napoli e prendere la distanza dalla Napoli dell’illegalità ma è giusto fornire un’informazione che si sforzi di essere equa, che non sfoci nello sciacallaggio mediatico, perché tutto ciò di certo non aiuta all’individuazione di risoluzioni. Ma forse è più semplice spaccare lo stivale in due e raccontare un Nord avvolto nella nebbia e macchiato dal sangue degli omicidi casalinghi, contro un Sud macchiato invece dal sangue della strada.
Ma tutto questo a cosa serve, mi domando, non sarebbe più utile impiegare tempo, soldi e fiato in fatti? Facile a dirsi, difficile a farsi perché citando Pino Daniele: Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è nu sole amaro, Napule è addore è Mare, Napule è na carta sporca e nisciuno se ne importa, ma a noi importa di Napoli e del suo futuro che non deve essere gettato al vento come una carta sporca.