Al cimitero di Secondigliano più di quiete si può parlare di estorsione. Nello scorso week end, dedicato dal calendario cattolico alla commemorazione dei defunti, sono stati arrestati tre dipendenti del comune di Napoli addetti al servizio cimiteriale accusati di imporre tangenti utili allo svolgimento di lavori all’ordine del giorno all’interno del cimitero. Si tratta di Pietro Russo, Antoni Di Maio di 56 anni e Pietro Lazzaretti di 63. [divider]Il tariffario degli estorsori ammontava a circa 50 euro per un’ incisione fino ad arrivare a 300 euro per azioni di manutenzione delle cappelle e delle nicchie. I tre dipendenti accusati proponevano anche una rateizzazione settimanale o mensile alle ditte impegnate senza necessità di rendicontare i lavori svolti. L’imposizione di tali “tasse” ha portato molte delle ditte impegnate nei lavori ad abbandonare le commissioni lasciando, quindi, nelle mani di pochi l’intera manutenzione del cimitero. E’ stato possibile scoprire l’associazione a delinquere grazie alle cimici nascoste all’interno del cimitero che hanno rivelato i segreti dell’illecito guadagno. [divider]Grazie all’inchiesta condotta dal pm Giancarlo Novelli e coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e l’intervento dei poliziotti della V sezione della squadra mobile i tre malavitosi si trovano oggi agli arresti domiciliari. E nella speranza che almeno i morti vengano lasciati in pace è giusto ricordare il grande Totò che nel A’ Livella diceva: “Ma chi te cride d’essere… nu ddio? Ccà dinto, ‘o vvuo capi, ca simmo eguale?……Muorto si’ tu e muorto so’ pur’io; ognuno comme a ‘na’ato è tale e qquale“.
Rossella Pardi