[dropcap]“[/dropcap]Per la salvezza di Napoli non resta che una svolta: il sindaco raccolga l’appello del prof. Giuseppe Galasso, azzeri la sua Giunta, coinvolga le energie e le competenze migliori e disinteressate della società napoletana, ascolti i drammi dei cittadini e dei territori, solo in questo modo si può lavorare per il bene di Napoli”. E’ quanto dichiara Umberto Ranieri, componente della Direzione nazionale del Pd.
“Le condizioni in cui versa la città di Napoli sono sotto gli occhi di tutti i cittadini napoletani – aggiunge Ranieri, presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa – strade dissestate; trasporti e servizi pubblici peggiorati; una raccolta differenziata insufficiente che avrebbe dovuto già raggiungere, secondo i proclami iniziali di questa amministrazione, percentuali da capogiro; la chiusura di numerose arterie viarie di collegamento al trasporto privato, a cui non corrisponde in sostituzione un miglioramento di quello pubblico, rendendole così isolate; periferie abbandonate; imprese e operatori sociali al collasso che vantano crediti dal Comune. Questo è lo stato delle cose”. “Se alla pessima ordinaria amministrazione, vi aggiungiamo la mancanza di idee e progetti di sviluppo che coinvolgano la riqualificazione dell’area nord, del centro storico, di quella occidentale e orientale, si riscontrano tutti i limiti e le insufficienze di questa Giunta – conclude Ranieri – La verità è che questa Amministrazione anche con il sostegno ad avventure politiche elettorali che si sono dimostrate prive di consenso in città e nel Paese ha condotto Napoli in una posizione di marginalità politica”.
Ma facendo un’ analisi attenta vista dalla posizione del cittadino può bastare questo per risolvere i problemi di Napoli? “Vedi Napoli e poi muori” recita un detto popolare. Ed è proprio questo il problema della città. Napoli è davvero bella anche perché si presta a molte delle speculazioni solite date dalla retorica di turno. Ma i problemi di Napoli come si risolvono allora? Basta davvero la sola intenzione di cambiare le cose? Si può davvero comprendere fino in fondo la realtà di questa magnifica città guardandola da una posizione politica?
Napoli è una realtà che, per lo più, si vive tra la gente nelle strade, tra i vicoli dove una volta batteva il sole, tra l’ombra dei panni stesi ad asciugare, tra la voce di tutti i cittadini che purtroppo spesso si mischiano con quelle della camorra. Vivere a Napoli vuol dire essere padrone di una cultura popolare che, forse, non esiste in nessun altro posto.
Il popolo d’amore, come lo definiva Luciano De Crescenzo in “Così parlò Bellavista” è ormai allo sbando per troppi motivi che ormai risultano difficili da elencare anche per il più professionista della politica. La camorra non basta a giustificare i problemi, non basta dire che i napoletani non sono ascoltati dalle istituzioni. Ma basta dire, invece, che i napoletani non sono ancora stati capiti, come popolo, dalle istituzioni. La voce di Napoli non può che essere ascoltata dagli stessi cittadini che descrivono la propria città. Già, perché basta fare un giro per i quartieri tipici ed ascoltare le voci delle persone ai bar, degli anziani mentre giocano a bocce nel parco, e se proprio dobbiamo dirla tutta, anche le parole dei ragazzi che trovano la strada della criminalità per sfuggire alla strada della disoccupazione o del precariato a vita.
Per risollevare Napoli si deve mettere la parola fine alla camorra e anche alla solita retorica che spesso arriva proprio dalle istituzioni.
Vincenzo Nigri