
A Napoli, venerdì 26 marzo 21 dalle 9.30 lo spettacolo viaggiante scende in piazza del Plebiscito. Quest’ultima è stata scelta come una delle sedi della manifestazione nazionale indetta dall’ANESV, sigla che in seno all’AGIS raccoglie e tutela in Italia tutte le imprese dello “Spettacolo viaggiante”.

Questo appuntamento avrà come obiettivo quello di porre all’attenzione delle Istituzioni e dei cittadini la drammatica condizione in cui versano, dopo più di un anno di totale chiusura, 20.000 lavoratori (di cui oltre 3.500 solo in Campania) impiegati nelle 5.000 imprese che gestiscono nel nostro Paese i parchi di divertimento sia permanenti che itineranti. Infatti, Luna Park, zoo, giostrine, parchi acquatici e tematici, vivono da mesi nella drammatica condizione di totale inattività.
Riguardo a questo tema, il tesoriere nazionale ANESV e segretario generale delle sezioni Campania, Calabria e Sicilia Diego Guida ha affermato:
“Un settore dello spettacolo principalmente dedicato ai bambini e ai ragazzi che, pur contribuendo in maniera significativa all’aspetto ludico, sociale e culturale della vita del nostro Paese, è completamente scomparso dalla nostra quotidianità (com’è ovvio) e purtroppo anche dalle azioni di sostegno economico programmate a più riprese dalle Istituzioni”.
Ad oggi per queste attività non c’è stata nessuna agevolazione fiscale, ne tantomeno qualche indicazione sul futuro di migliaia di piccole e grandi imprese, che la pandemia ha costretto ad una serrata globale. Nessun guadagno, nessun ristoro in programma per questa categoria che però è soggetta al rispetto di scadenze economiche improcrastinabili come il pagamento delle rate dei finanziamenti bancari, degli oneri previdenziali e fiscali, delle diverse utenze e di varie tasse, dalla COSAP alla TARI.
Proprio per questo motivo queste persone adesso si vedono costrette a scendere pacificamente in piazza per rivendicare i loro diritti.
Guida ha poi concluso dicendo:
“Sull’argomento abbiamo inoltrato da tempo le nostre richieste alle Istituzioni e ci vediamo costretti a ribadirle nelle piazze italiane, chiedendo ai nostri governanti di garantire sopra ogni cosa la possibilità, quanto prima possibile e nel rispetto dei protocolli di sicurezza vigenti, di farci tornare al nostro lavoro”.