[dropcap]R[/dropcap]isale al 2 settembre 2006 l’ultima partita giocata al San Paolo dall’Italia, dove si omaggiò l’allora capitano della Nazionale campione del mondo in Germania e di lì a poco pallone d’oro Fabio Cannavaro, giocando la prima partita casalinga post mondiale nella “sua” Napoli. Nonostante i bei ricordi, i biglietti venduti per Italia-Armenia sono solo 14mila. Sarà che gli azzurri hanno già ottenuto la qualificazioni per i prossimi Mondiali e che giocare di martedì rende la vendita dei biglietti più difficile, tuttavia era lecito aspettarsi una risposta migliore dal pubblico partenopeo dato che finora la Nazionale ha sempre registrato il tutto esaurito nelle sue recenti apparizioni casalinghe.[divider] Insomma Napoli conferma nuovamente di essere abbastanza disinteressata alle vicende della squadra italiana e nemmeno l’utilizzo di Insigne dal primo minuto ha invogliato i napoletani a raggiungere il San Paolo, di cui stasera faremo fatica a riconoscerne le sembianze. Eppure questo atteggiamento dei partenopei nei confronti della Nazionale non è una novità ed ovviamente la semifinale mondiale con l’Argentina a Italia 90 ne è ancora l’emblema; tuttavia i media non hanno mai posto l’attenzione sul perché di questa scarsa affezione. Sicuramente una delle cause scatenanti è il razzismo perpetrato da gran parte della popolazione italiana nei confronti dei napoletani. Ma a questa causa viene attribuita erroneamente un’incidenza determinante visto che si ignora completamente il fatto che alcuni CT della Nazionale, Sacchi su tutti, abbiano avuto spesso un comportamento servile nei confronti di Milan e Juventus, osteggiando di fatto la convocazione di giocatori del Napoli sebbene questi l’avessero pienamente meritata. [divider]Pertanto nell’immaginario collettivo partenopeo anche Prandelli , che è solito affidarsi al blocco Juve e ad effettuare convocazioni quantomeno discutibili, ha peccato d’ostracismo nei confronti dei giocatori napoletani, non convocando in passato Paolo Cannavaro, sebbene Maggio ed Insigne siano attualmente componenti fissi del gruppo azzurro. Inoltre non va sottovalutato il fatto che i sostenitori del club siano legati in maniera viscerale alla propria squadra del cuore, fattore che non permette al pubblico partenopeo di potersi legare allo stesso modo nemmeno alla propria Nazionale. D’altronde, se d’amore si tratta, questo non può essere che unico nonché impermeabile alle sicure, pretestuose ed inutili critiche che in queste occasioni si riversano sul pubblico napoletano.
Luigi Testa