
È morto stasera, 5 dicembre 2013, a Johannesburg Nelson Mandela, il Gandhi nero. Aveva 95 anni. Il primo allarme il 28 marzo 2013: infezione polmonare. È stato annunciato pubblicamente alla Nazione, stasera, con un intervento televisivo di Jacob Zuma, l’attuale presidente del Sudafrica. Commosso ha affermato: <Tutto il mondo gli sarà grato per sempre.>.
<Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid! >, è questo il testo scritto da Mandela e contenuto all’interno di un manifesto inviato all’African National Congress (ANC) il 15 giugno del 1980, mentre era dietro le sbarre; quelle stesse che l’hanno visto rinchiuso per circa 26-27 anni. “Madiba”, era il nome con cui fu denominato all’interno del clan di appartenenza; “Xhosa” è il nome della sua etnia. È conosciuto in tutto il mondo come Nelson, ma in realtà il suo nome reale era Rolihlahla, ovvero, colui che provoca guai.
Primo capo di Stato di colore, Presidente dell’ANC e Presidente del Sudafrica fino al 1999, ha combattuto contro apartheid e contro l’AIDS. Gli sono stati conferiti i seguenti premi: il Premio Lenin per la pace nel 1962; Premio Sakharov per la libertà di pensiero nel 1988; il Bharat Ratna, (il più alto riconoscimento civile indiano), nel 1990; il Premio Nobel per la pace nel 1993. Nel 1999 l’Order of St. John dalla Regina Elisabetta II e la Presidential Medal of Freedom da George W. Bush. Nel 2001 la cittadinanza onoraria canadese; nel 2004 l’alta onorificenza della città di Johannesburg, il “Freedom of the City”.
Clint Eastwood nel 2010 ha realizzato il film Invictus, il cui protagonista, Morgan Freeman, interpretava proprio il ruolo di Mandela. Il titolo del prodotto filmico non fu casuale: Invictus è il nome di una poesia di William Ernest Henley,del 1875, che il “Gandhi nero” amò moltissimo e di cui citiamo solo l’ultima strofa:
“(…)Non importa quanto stretto sia il passaggio,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima”
Francesca Saveria Cimmino