[dropcap]L[/dropcap]a morte di Alberto Bevilacqua è stata causata da un’insufficienza multiorgano a seguito di uno scompenso cardiaco: questo l’esito dell’esame autoptico eseguito stamane sulla salma dello scrittore parmense, scomparso lo scorso 9 settembre presso la Casa di Cura Villa Mafalda, dove era ricoverato dall’ottobre 2012.
Secondo quanto riferito dai legali, negli ultimi tempi le condizioni dell’autore erano peggiorate a causa di una infezione da virus multi-resistente e piaghe da decubito. Michela Macaluso (in arte Miti), sua compagna da anni, aveva cercato di trasferire lo scrittore in un’altra struttura incontrando però la contrarietà della famiglia Bevilacqua. L’accusa del pm della Procura di Roma è di omicidio colposo. Quattro i medici indagati: Mario Maggio, Antonio Ciccaglioni, Claudio Di Giovanni e Giuseppe Gentile. Si tratta dell’equipe medica che si è occupata dello scrittore negli undici mesi di ricovero presso la clinica privata.
Gli accertamenti riguardanti le condizioni di salute di Alberto Bevilacqua sono iniziati nei mesi scorsi e dopo una denuncia contro ignoti presentata per lesioni colpose da parte di Giuseppe e Maria Rosa Zaccaria, avvocati della Macaluso. In base a quanto stabilito dai primi accertamenti eseguiti oggi, presso l’Istituto di medicina legale dell’università La Sapienza di Roma, Francesco Caroleo Grimaldi, il legale della sorella del giornalista, riporta che non sembrano essere emersi deficit a livello di assistenza e di terapia. Quindi le cure sarebbero state adeguate alle condizioni di salute dello scrittore.
Francesca Saveria Cimmino