[dropcap]C[/dropcap]i sono storie che non vorremmo mai sentire. Ci sono storie che ci fanno male e tanta rabbia. Ci sono storie che attendono giustizia. La vicenda di Immacolata Monaco, una commerciante di 39 anni che gestiva una panetteria nella Pignasecca, morta lo scorso 31 agosto per un presunto “batterio killer”contratto nella sala operatoria di un prestigioso ospedale di Milano, è attualmente sotto il vaglio della Procura della Repubblica di Milano per accertare eventuali responsabilità e colpevoli. Noi de Linkazzato.it abbiamo incontrato il padre di Immacolata, Antonio, il quale, visibilmente provato, pretende giustizia per quanto accaduto alla figlia.
Ma procediamo con ordine. Immacolata, una giovane madre che vive a Santa Lucia, scopre nel mese di giugno di avere un tumore benigno al ventricolo destro del cervello, operabile. Immediatamente la donna si reca in uno stimato nosocomio milanese dove il 14 luglio viene sottoposta ad un intervento di microchirurgia. L’operazione dura ben otto ore ma riesce “alla perfezione”, così come dicono i medici ai parenti. Dopo dodici ore però qualcosa non va, Immacolata viene sottoposta ad un ulteriore intervento per un’emorragia celebrale. La situazione, a detta dello staff medico, è sotto controllo.
Passano i giorni e le condizioni della donna peggiorano: non è più lucida, ormai non parla più. Poi il decesso il 31 agosto. Un “batterio killer” contratto in sala operatoria avrebbe stroncato la vita della giovane che lascia marito e due figli di 13 e 15 anni.
Al momento la Procura ha aperto un’inchiesta nei confronti dei medici che hanno operato Immacolata per la quale è stata disposta l’autopsia. I parenti della donna, distrutti per il tragico accaduto, ci comunicano che la presenza del presunto batterio sarebbe già stata denunciata, con appositi esposti all’ospedale, da altre famiglie.
“Prima di mia figlia ci sono stati già quattro casi – afferma Antonio Monaco, padre di Immacolata – Quando segnalavo ai medici e agli inservienti che mia figlia non si sentiva bene o che non reagiva mi dicevano che era tutto normale e sotto controllo. Fatto sta che i dottori di quest’ospedale milanese mi avevano garantito che Imma sarebbe uscita in una settimana, invece è morta per un batterio. Io pretendo che sia fatta chiarezza e giustizia. Nessuno mi fermerà mai”.
Intervista al padre di Imma, Antonio Monaco
La diretta radiofonica su radio Kisskiss Napoli
Paola Di Matteo