
Mario Lanza, al secolo Alfred Arnold Cocozza, nacque il 31 gennaio 1921 in Pennsylvania (Philadelphia), esattamente 101 anni fa, da Antonio Cocozza, originario di un piccolissimo paese del Molise (Filignano, nella zona di Venafro) e da Maria (appassionata del canto e soprano mancata che spingerà il figlio ad intraprendere tali studi) di Tocco da Casauria (in provincia di Pescara).
Lanza è considerato uno dei più grandi tenori del XX secolo grazie alla sua voce naturale. Se a ciò si abbinava anche il suo irresistibile fascino, il successo tra le folle era più che giustificato.
Cresce in una Philadelphia degli anni ’30 che (come tutti gli Stati Uniti) fa i conti con la Grande Depressione (crisi economica del 1929), vivendone tutti i disagi e cimentandosi a svolgere svariati ed umili lavori. A casa non mancano mai i dischi di Caruso che ascolta con avidità.
A 19 anni, nel 1940 comincia a studiare il canto e, da li a poco, arriverà a girare tutti gli Stati Uniti con i suoi concerti d’Opera, come testimoniato da tutta la stampa dell’epoca.
Proprio grazie a questi concerti, Freddy (come veniva chiamato in famiglia), viene notato e scritturato dalla Metro Goldwyn Mayer (una delle più importanti case cinematografiche americane) per una serie di film hollywoodiani e successivamente con la Warner B.
Paradossalmente, sarà proprio il successo di Hollywood a toglierlo dalla sua grande passione, l’Opera Lirica.
Girerà numerosi film di successo tra cui ricordiamo “Il grande Caruso” del 1951, “Arrivederci Roma” del 1958, su soggetto e sceneggiatura del napoletano Giuseppe Amato e con scenografie di un altro napoletano, Piero Filippone, oltre ad esser protagonista di spettacoli televisivi (Mario Lanza Show).
In quegli anni in cui Mario Lanza giunge per la prima volta nel suo Paese d’origine, gli verranno offerti numerosi lavori operistici come quello della Scala di Milano con “Rigoletto” e quello del Teatro S.Carlo di Napoli con “Pagliacci“.
Il destino però fu fatale ed a causa dei suoi mali fisici, il 7 ottobre del 1959, morirà a Roma, ai Parioli, nella clinica Valle Giulia, a soli 38 anni.
Del ragazzone molisano restano le sue memorabili incisioni (pare siano state ispirative per la carriera di altri mostri sacri dell’Opera quali Pavarotti, Domingo e Carreras) ascoltabili anche su Youtube, ed i film in bianco e nero dove sfoggia tutto il suo carisma d’uomo del Sud.