
Chiunque si sia trovato a passare per le vie di Napoli nelle settimane che precedono la Pasqua, specie se nel fine settimana, non avrà potuto evitare di essere richiamata l’attenzione da uno spettacolo singolare. Stiamo parlando dei battenti della Madonna dell’Arco, anche noti come “fujenti”. Con questi nomi si identificano vari gruppi di fedeli devoti alla Madonna dell’Arco, vestiti tradizionalmente di bianco con una fascia azzurra o rossa, che operano in diversi quartieri e sfilano per le strade cittadine con tanto di banda musicale e sbandieratori, a volte anche portando in spalla statue di santi o del Santuario e stendardi, urlando e attirando l’attenzione dei passanti, spesso anche per ricevere offerte destinate al Santuario e al mantenimento loro gruppo. E anche i bambini sono coinvolti in questo rituale, vestiti come i grandi e a volte con stendardi in miniatura legati alla cintura.
La meta finale a coronamento di queste sfilate è il Santuario di Madonna dell’Arco nei pressi di Sant’Anastasia in provincia di Napoli, dove si svolge il pellegrinaggio nella giornata del Lunedì in Albis. Questa usanza si fa risalire al 1450, anno del primo miracolo, e da quel momento in poi la tradizione si ripete ogni anno coinvolgendo migliaia di fedeli. Tra questi, il gruppo dei “fujenti” si distingue per manifestazioni di fede estreme. I membri di questi gruppi, infatti, ex voto o per richiesta di grazie, giungono al santuario a piedi, solitamente scalzi, aspettando anche molte ore prima di poter entrare presso il tempietto di Maria Vergine, spesso raggiunto anche in ginocchio. In questo giorno converge il loro lavoro e l’impegno di un intero anno, passato ad organizzare e a preparare una specie di carri votivi, portati anche in pellegrinaggio.
Anche solo guardando la folla dei battenti che gira per le strade delle Campania, inoltre, ci si rende conto che questa tradizione è più viva che mai, tramandatasi nei secoli all’interno delle famiglie e dei quartieri. Il coinvolgimento dei bambini molto piccoli , inoltre, fa sì che ogni anno la storia si ripeta fino al pellegrinaggio finale. Un pellegrinaggio che, dopotutto, a Madonna dell’Arco vede convergere sacro e profano. Sono molti i curiosi che si divertono a guardare ai “fujenti” come ad uno spettacolo folkloristico, molti anche gli ambulanti e i venditori di cibo da strada che ne approfittano per trasformare una ricorrenza religiosa in una festa di paese. Eppure, questo rito secolare conserva sempre un suo fascino, agli occhi di chiunque vi prenda parte, come spettatore o come battente. Per vivere un po’ di quest’atmosfera, comunque, per chi si trova dal lato degli spettatori, può già essere coinvolgente osservare queste sfilate nelle vie cittadine, rivivendo in parte l’aria che si respira al Santuario alla Pasquetta.