

Nel centro storico di Napoli, non lontano da San Gregorio Armeno e via Duomo, c’è un luogo incantato, che anche in un presente così frenetico è in grado di regalare attimi di magia. È l’Ospedale delle bambole, che affonda le sue origini in un tempo lontanissimo, quando il bisnonno dell’attuale proprietaria, Tiziana Grassi, iniziò aggiustando una bambola per il teatro dei pupi per il quale lavorava nella sua bottega. E non ci volle molto perché il piccolo laboratorio iniziasse ad ingrandirsi e ad acquistare notorietà.
Perché proprio un ospedale, vi chiederete. E’presto detto, fu una donna del popolo ad apostrofare la bottega in questo modo, in dialetto “o’ spital re bambole”, una dicitura che fu subito italianizzata e utilizzata dal suo artefice. Insomma, una storia veramente lunga, che nel tempo ha visto un successo sempre maggiore, nonostante i cambiamenti della società. Anzi, forse proprio un baluardo contro la cultura del consumo, che vuole opporsi allo spreco degli iperconsumatori. Non solo, infatti i pezzi per aggiustare le bambole sono ricavati da altri esemplari e aggiustando questi balocchi si conserva e si accresce il loro valore affettivo.
Proprio ciò che cercano i clienti della bottega, che in questi manufatti proiettano sogni, ricordi e desideri. Perché lo scopo di questo laboratorio va ben oltre il commercio, qui non si vendono prodotti ma sogni. E questi sogni si materializzano in piccoli oggetti che per i loro proprietari assumono un valore inestimabile. È proprio questa visione che ha determinato la chiusura, almeno per il momento, del negozio a fronte strada a pochi passi dal laboratorio, che al contrario è all’interno di un palazzo, in cima a una stretta e ripida scala. Questi oggetti magici meritavano un posto altrettanto speciale, non una vetrina esibizionistica, ma una dimensione calda e familiare, cui si potesse accedere bussando, in modo da accorgersi della soglia varcata. Questa’ultima è proprio il limite tra la vita frenetica del consumo e la fiaba che si realizza in questo ospedale, che con la malattia non ha proprio nulla a che fare.
Un laboratorio dunque che unisce il passato al futuro, attraverso il fil rouge dell’affetto e della cura. E infatti è proprio al futuro che guarda la sua proprietaria, volenterosa di portare il suo piccolo ospedale, così grande per i suoi appassionati avventori, sempre più in alto. Quelli di Tiziana sono grandi progetti, in parte già portati a termine, che intendono creare nel centro storico di Napoli un polo di qualità e tradizione all’insegna dei sogni. Il tutto al passo coi tempi, in rete, certo, perché attraverso il web questo desiderio può diventare ancora più magico e raggiungere quante più persone possibile. Ma ogni parola resta comunque superflua, questo è un posto che non si può raccontare, per vivere la sua magia, infatti, l’unico modo è immergersi tra le sue mura tappezzate di antiche foto, tra le bambole e gli abitini decorai che pendono dal soffitto, tra quei mille occhi lucidi che sono lo specchio attraverso il quale accedere a questo mondo fatto di puro incanto e immaginazione.
L’Ospedale della Bambole
via san Biagio dei Librai 81/46, Napoli
ospedaledellebambole@gmail.com
Noi de Linkazzato.it abbiamo incontrato Tiziana Grassi, ecco il video dell’intervista:
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