
La riproduzione più completa dell’ esercito di terracotta del primo imperatore cinese Qin Shi Huan Di giunge a Napoli per un’ esposizione che partirà dal 24 Ottobre 2017 al 28 Gennaio 2018 nella suggestiva Basilica dello Spirito Santo sita in via Toledo 402.
Questa mostra rappresenta l’ esposizione più completa sulla necropoli del “Primo Augusto Imperatore Qin” che riunificò sotto un unico territorio quello che noi oggi identifichiamo come Cina appunto (Dal nome Qin).
L’ estremo oriente si affaccia ancora una volta sul Meridione e la splendida basilica cinquecentesca dello Spirito Santo di via Toledo unisce in questa unica esperienza la sacralità cristiana con quella orientale come ha asserito Emma Di Lorenzo nel suo excursus all’ interno dei padiglioni della mostra.
Trecento riproduzioni di statue, 170 soldati, carri, armi e oggetti scoperti nella necropoli fedeli agli originali in quanto costruiti su calchi da artigiani della zona dello Xi An.
L’ esercito di terracotta era un esercito simbolico destinato a seguire l’ imperatore nel suo viaggio nell’ aldilà. Le statue furono scoperte casualmente da tre contadini (Principalmente da Yang Zhi Fa) e da allora cominciò una ricerca che portò alla luce circa 50000 oggetti e manufatti (l’esercito di terracotta fu dichiarato patrimonio dall’ UNESCO nel 1987).
La mostra è altamente moderna e tecnologica con installazioni luminose e screen audiovisivi.
Fabio Di Gioia, curatore italiano della mostra, ha asserito che ci sono affinità tra il culto dei morti napoletano e quello cinese fatto di statue, sacro e profano.
La mostra è stata ideata da Mario Iacampo, designer e co-produttore; oggi la sua compagnia la TERMINAL 2 produce eventi itineranti in tutta Europa, America e Africa.
Peter Tabernal, co-produttore della mostra e co-fondatore della Terminal 2.
Hamza El Azhar, responsabile della ricerca che ha soggiornato alcuni mesi in Cina nei luoghi della necropoli.
Philp van Lil, direttore delle ricerche ed autore dei pannelli didattici della mostra.
Chadi Abou Sariya, responsabile dei contenuti audiovisivi e della grafica della mostra.
Fabio Di Gioia, curatore italiano della mostra.