
[dropcap]L[/dropcap]a parola del giorno è omofobia. Dopo settimane di indiscusso predominio della parola “decadenza” ecco intervenire prepotentemente il nuovo termine che conquista la medaglia d’oro di parola più ribadita. “Se Berlusconi fosse stato gay nessuno lo avrebbe toccato con un dito”, ha detto l’amico/compagno di affari che nessuno conosce bene, Vladimir Putin; in questo caso la parola omofobia è implicita, o meglio è asse portante del concetto stesso espresso dal leader russo. Ed è presupposto essenziale di quelle “democratiche e liberali” leggi che in Russia sono state promulgate durante l’anno; ma le amicizie con personaggi di spessore morale e politico era (ed è) un’altra delle caratteristiche di Berlusconi di cui potevamo farci vanto.
In realtà, il caro amico Putin, se avesse saputo cosa è accaduto nel nostro Parlamento, di preciso alla Camera, tra ieri ed oggi, potrebbe tranquillamente riformulare il suo concetto: se Berlusconi fosse stato omosessuale ma come capo politico avesse parlato male degli omosessuali, anche con tono denigratorio e repressivo, non gli sarebbe successo niente perché, per usare le parole di Cecilia Strada che riassumono benissimo:
“Mi pare di aver capito che funziona così: io, privato cittadino, posso essere (giustamente) punito, ma se le stesse cose omofobe per cui io verrei punita le dice un rappresentante di partito (gente che dovrebbe avere anche un filo di responsabilità in più di me, perché non rappresentano solo se stessi), allora va tutto bene? in questo caso si può fare, perché sarebbe ‘libertà di espressione’? Ditemi che ho capito male”.
Conciso e perfetto. Funziona esattamente così: i Giovanardi e Biancofiore potranno tranquillamente continuare nelle loro crociate omofobe o transfobe, ma che nessuno si azzardi a fiatare perché è libertà d’espressione. Poco importa che diventino sottosegretari o addirittura ministri, chissene frega che siano lì a rappresentarci in Parlamento o che le loro dichiarazioni vengano riportate ovunque, anzi amplificate dal loro, ancora oggi inspiegabile, ruolo di rilievo.
Massimiliano Notaro