
Red Blind

Continuano anche in questo mese gli appuntamenti con la rubrica delle “Interviste di Nick“. La scorsa volta volta abbiamo parlato un po’ con il Dj e producer Emanuele Cappello, mentre questa settimana ritorniamo con una nuova band e per essere più precisi una rock band: i Red Blind.
Provenienti dalla provincia di Ancona, fondono un energico alternative rock a testi introspettivi, emotivi e di protesta, spesso rivolti ad una società sempre più distante e crudele. Dall’unione di questi elementi scaturiscono brani in inglese e in italiano che vogliono cogliere molte delle emozioni che agitano lo spettro umano. Formati nel 2014, il gruppo è conosciuto anche con l’appellativo di “Jesters“. Il Jester è il trademark del complesso, un sinistro giullare in continua evoluzione nel tempo che simboleggia l’arte dell’intrattenere. “Are You Blind?“, uscito nel 2016, è il titolo del primo album in studio a cui fa seguito nel 2018 il singolo “In My Mind“. A distanza di poco più di un anno, nel novembre 2019 esce “FUN FACT: quello che non Sei“, secondo album della band anticipato dal primo singolo “An(sia)”.
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1) Iniziamo parlando del vostro background artistico: com’è iniziato il vostro percorso nel mondo della musica e siete diventati la band che siete oggi?
Red Blind: Tutto è iniziato con due pazzi che provavano in un garage. Era l’autunno del 2013 quando Mark (chitarrista) e Davide (primo bassista della formazione) si divertivano a suonare quello che gli passava per la testa senza prendersi troppo sul serio. Un giorno arrivò lì per caso Jacopo, nostro amico fin dall’asilo, che si propose come cantante. Così per diversi mesi provammo in tre fino a quando nel marzo del 2014 Daniél (batterista) completó la formazione, dando inizio al percorso dei Red Blind. Abbiamo iniziato questo progetto quando eravamo dei quindicenni, ora sono quasi sei anni che percorriamo questa avventura.
2) Come avete scelto il nome Red Blind?
Red Blind: Volevamo un nome semplice e composto da due parole che suonasse bene all’orecchio. Venne in mente a Mark e con il tempo scoprimmo che tradotto significava “daltonico”, cosa che ci incuriosì molto.
3) Ci sono artisti che vi hanno influenzato o ispirato?
Red Blind: Ci fanno spesso questa domanda e noi ormai la prendiamo molto per gioco, riproponendola a chi ce la chiede. Questo perché negli anni ci hanno detto che possiamo ricordare una serie di artisti che non c’entrano nulla con noi. Non ci sentiamo ispirati o influenzati da nessuno in particolare. Certo ognuno ha delle preferenze in termini di gusti musicali ma all’interno della band è tutto molto fluido. Siamo quattro persone con una mente aperta che si completano a vicenda. Diciamo che siamo ispirati da noi stessi e da quello che ci succede nella vita. I suoni e i testi riflettono molto quello che viviamo.
4) Come definireste voi e la vostra musica?
Red Blind: Noi siamo i “Jesters”, tradotto in italiano “buffoni o giullari”. Questo perché la parola in questione non è in realtà negativa come si crede. Cercando su wikipedia si trova che significa “colui che si diverte e vuole far divertire gli altri con la propria arte”. È questo quello che vogliamo trasmettere, energia e divertimento; in fondo è quello che fa il rock’n’roll da sessant’anni. Il Jester è anche la nostra mascotte, un animale da palco in continua evoluzione nel tempo. Per quanto riguarda la nostra musica la definiamo di matrice alternative rock perché sicuramente siamo un gruppo rock ma vediamo il genere da una prospettiva poco conservatrice. Ci piace mutare e sperimentare con diverse sonorità, tutte sfumature che fanno parte del nostro essere. Ascoltandoci si possono sentire influenze hard rock, metal, psichedeliche, punk, funk, hip hop e perfino cantautorali. Siamo omogenei nella nostra eterogeneità.
5) Parliamo di “FUN FACT: quello che non Sei”, il vostro nuovo album? Cosa potete dirci su questo disco?
Red Blind: La nostra discografia è ancora abbastanza povera ma il disco è la miglior rappresentazione della nostra evoluzione artistica. È stato scritto in quasi due anni a segmenti e lo consideriamo una sorta di concept album. Tutti i testi hanno un filo conduttore che sono le emozioni, emozioni del singolo viste da una prospettiva giovanile che entra in contrasto con una società sempre più meccanica e buia. Fun Fact è un album introspettivo e personale e, grazie alle innumerevoli influenze presenti, può essere apprezzato da un pubblico variegato, oltrepassando i confini dei generi musicali.

6) Pensate che la vostra musica sia cambiata dai vostri esordi nel corso del tempo?
Red Blind: Assolutamente si ed è giusto e normale così. Non vogliamo assolutamente ripeterci, cerchiamo sempre nuovi modi di fare musica senza però dimenticare l’energia che ci contraddistingue. Rimaniamo comunque molto legati ai nostri strumenti; non ci facciamo sostituire da un PC del cazzo!!. I suoni sintetici possono essere aggiunte per ampliare quello che facciamo.
7) Quale pensate che sia il vostro brano più rappresentativo?
Red Blind: Al momento è “An(sia)”. A livello di suoni e di testo ha tutto quello che vogliamo da una nostra canzone. È anche il perfetto riassunto stilistico del nuovo album.
8) Cosa provate quando fate musica?
Red Blind: Suonare assieme è sempre bello e ci carica molto. Nei live poi viene tutto amplificato quando c’è anche un pubblico che ci trasmette calore.
9) C’è qualche artista con il quale vi piacerebbe o vorreste avere l’onore di collaborare?
Red Blind: Sarebbe davvero figo collaborare con qualcuno. Ci abbiamo pensato in passato e forse lo faremo. Al momento non ci vengono particolari nomi in mente.
10) Quali sono i vostri progetti futuri? E che vette vorreste raggiungere?
Red Blind: Portare il nuovo album a più menti possibili e suonare in posti sempre più fighi. Allo stesso tempo ci piacerebbe anche riprendere a scrivere nuove canzoni visto che abbiamo accumulato materiale. Per quanto riguarda le vette stiamo molto con i piedi per terra. Ci teniamo tutte le strade aperte ma non abbiamo chissà che pretese, percorriamo il nostro percorso scalino dopo scalino.

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Terminiamo con uno dei loro brani più iconici: “An(sia)“. Clicca qui per il video ufficiale!