

Le “Interviste di Nick“ continuano con la loro esplorazione del mondo della musica emergente, con un appuntamento d’eccezione. Dopo aver incontrato i giovanissimi Insomnia, per inaugurare il mese di Marzo facciamo la conoscenza di un nuovo e straordinario gruppo rock: i Nagual.
Originari della provincia di Piacenza e tutt’altro che una band esordiente ormai, con quasi 15 anni di esperienza alle spalle, hanno iniziato la loro carriera con cover rock anni 70/80/90. Dopo varie attività, solo nel 2017 esordiscono discograficamente con con l’album “Tat Tvam Asi” ed il video “Let It Go”. Risale invece al 2018 l’EP “Naked Roots”, contenente due brani editi “My Own Two Demons” e “Let It Go” rivisitati in chiave acustica insieme a due cover unplugged di “Child of Babylon” (Whitesnake) e “Diamonds and Rust” (Joan Baez). Contemporaneamente all’uscita dell’EP, viene pubblicato il video ufficiale di “My Own Two Demons”. Nel Dicembre 2019 esce il singolo “Above the Clouds” e oggi stesso, 3 Marzo, vede la sua uscita in formato digitale “A Glass Full of Karma“, il nuovo album della band.
Con Luca Sabia (Voce e Chitarre), Vittorio Dodi (Chitarre), Giulio Armanetti (Bassi), Claudio Bianchi (Batteria e Percussioni) e Fabrizio Defacqz (Tastiere e Voce), eccoci pronti per ascoltare la storia e carpire tutti i segreti dei Nagual attraverso le nostre 10 domande:
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1) Iniziamo parlando un po’ delle vostre origini: com’è cominciato il vostro percorso nel mondo della musica e siete diventati la band che siete oggi?
Nagual: Proveniamo dalla provincia di Piacenza e come “Nagual” siamo in attività dal 2006, il gruppo è formato da 5 elementi attivi da decenni nel panorama rock piacentino e pavese. Proponiamo brani originali e cover rock anni 70/80/90, influenze principali il Rock/Blues/Progressive degli anni 70 ed il Grunge degli anni 90… Nel 2009 decidiamo di iniziare a scrivere brani nostri e coltiviamo senza tregua la presenza Live sul territorio. L’esordio discografico è nel Febbraio 2017 con l’album “Tat Tvam Asi” ed il video “Let It Go”. Formazione: Luca Sabia (Voce e Chitarra), Vittorio Dodi (Chitarra), Giulio Armanetti (Basso), Claudio Bianchi (Batteria) e G. Fabrizio Defacqz (Tastiere e Voce). Luglio 2018 – Pubblicazione di “Naked Roots”, EP registrato dal vivo all’Elfo Studio, contenente due brani editi “My Own Two Demons” e “Let It Go” rivisitati in chiave acustica insieme a due cover unplugged di “Child of Babylon” (Whitesnake) e “Diamonds and Rust” (Joan Baez). Contemporaneamente all’uscita dell’EP, vengono pubblicati una serie di videoclip filmati durante le registrazioni. Dicembre 2019 – Uscita del singolo “Above the Clouds” e del relativo video che anticipa l’uscita del nuovo album. Marzo 2020 – Pubblicazione del nuovo cd “A Glass Full of Karma”.
2) Come avete scelto il nome Nagual?
Nagual: Il nome “Nagual” lo abbiamo preso in prestito dai libri sull’apprendistato sciamanico di Carlos Castaneda, descrivere una persona che è capace di guidare gli altri verso nuove aree della percezione. Il Nagual è lo sciamano, il benefattore degli apprendisti, una sorta di guida verso la libertà totale. Un Nagual, secondo la mitologia tolteca, era uno spirito totemico. Il Nagual (secondo Castaneda) è in contrapposizione al Tonal, inteso come tutto ciò che può essere esplicato e compreso dalla ragione, il Nagual è una realtà che trascende la comprensione puramente intellettuale e di cui si può solo essere testimoni, è tutto ciò che si trova al di fuori del dominio della parola, del concetto, è lo Spirito inesplicabile di cui si può solo fare esperienza diretta. Da Il dono dell’Aquila di Carlos Castaneda: “Gli esseri umani hanno due lati. Il lato destro (Tonal) abbraccia tutto ciò che l’intelletto è in grado di concepire. Il sinistro (Nagual) è il dominio dell’indescrivibile, un dominio impossibile da rendere a parole. Il lato sinistro è forse compreso, se è comprensione ciò che si verifica, con la totalità del corpo; da ciò deriva la sua resistenza alle concettualizzazioni”.
3) Ci sono artisti che vi hanno influenzato o ispirato?
Nagual: Se consideriamo le influenze di tutti e cinque i membri, la rosa di influenze è praticamente illimitata. Certo ci sono dei denominatori comuni. Il Classic Rock Britannico, ma anche il Progressive, la NWOBHM, la Black Music…
[Luca] Se dovessi citare qualche band fondamentale direi Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple, Whitesnake (periodo 78/93), Soundgarden, Temple of the Dog, Pearl Jam, ma anche tanto Progressive Rock, specialmente nel periodo più recente.
[Fabrizio] Influenze musicali? Tantissime, dal prog alla new wave, dal dark al punk, molto rock anni 70 e 80, il tutto mischiato con grandi quantità di musica classica e soul.
[Vittorio] A 10 anni di età ascoltai “Penny Lane” dei Beatles da un juke box in un bar di campagna… l’effetto fu sconvolgente… da allora iniziai ad interessarmi alla musica “nuova” passando dalla west coast al blues, rock, jazz, musica folk acustica, prog, new wave e tanto altro.. insomma, musica di ogni genere e non sono mai stato legato ad un solo genere musicale.
4) Come definireste voi e la vostra musica?
Nagual: “Sinceramente passionale”. Al giorno d’oggi, ostinarsi a creare, registrare e pubblicare musica propria, rappresenta un atto d’amore quasi “estremo” verso la di la musica stessa, o a voler essere pretenziosi, la creatività e l’arte in generale. Di questo amore noi ce ne mettiamo davvero tanto, dalla creazione della musica (ovviamente), alla cura che mettiamo nei dettagli che portano al prodotto finito, quindi foto\video eccetera. Tutto ciò sapendo che chi può permetterselo, poi, investirà in qualche tributo a Vasco o a Ligabue…
5) Parliamo del vostro nuovissimo album “A Glass Full of Karma”. Cosa potete dirci su questo disco?
Nagual: Per certi versi si tratta del nostro primo album, nel senso che “Tat Tvam Asi” (del quale continuiamo ad essere molto orgogliosi), rendeva una sorta di tributo alle fonti di ispirazione che ci avevano “guidato nell’impresa”. “A Glass full of Karma” segna un evidente passo in avanti verso una libertà compositiva destinata, credo, a renderci sempre meno catalogabili.
“A Glass Full of Karma”, un bicchiere ricolmo di Karma, quello che si può sicuramente dire di questo nuovo lavoro è che sicuramente come insieme abbiamo raggiunto un equilibrio maggiore rispetto al passato e la speranza è che questo si senta nel prodotto finale di cui andiamo particolarmente fieri.
Di calici per questo disco ne sono stati riempiti e consumati parecchi ed il Karma ritorna anche nelle tematiche dei testi, dal consumarsi della fuga di “Above the Clouds”, al destino delle persone che ci hanno lasciato in “Sea of Darkness”, dalla fine delle civiltà di “Ozymandias” all’inglorioso epilogo delle dittature in “Upside Down” fino all’entropia di un amore tormentato in “Crucify”.
Il disco è composto da 8 brani per una durata complessiva di 45 minuti ed è stato prodotto da Nagual insieme ad Alberto Callegari. La casa editrice di riferimento è ancora una volta OrzoRock Music che ci segue con dedizione dall’uscita di “Tat Tvam Asi” nel 2017.
Musicalmente, rispetto al precedente, questo è un album più corale. Risente positivamente dell’inserimento delle tastiere nel nucleo compositivo ed è anche figlio di composizioni arrivate in studio di registrazione già ben definite nella loro struttura e carattere. Rispetto al precedente questo lavoro ha avuto un periodo di gestazione molto inferiore e quasi tutte le canzoni sono nate e cresciute nel corso del 2019… il genere musicale si è aperto dall’hard rock verso il classic rock ed il progressive regalandoci molta più libertà di espressione. Alberto Callegari di Elfo Studio, il nostro “sesto membro” ha saputo cogliere brillantemente e pazientemente come sempre l’evoluzione della band e ci ha aiutato a tirare fuori il meglio. “A Glass Full Of Karma” è stato registrato in un intervallo di tempo che va da Marzo a Dicembre 2019 e vede la collaborazione, oltre che di Callegari, anche di Sara Battisteri alle voci su un paio di brani, “Upside Down” e “Satori in Sonora”.

6) Siete una band molto longeva e che ha sperimentato cambi di formazione. Come pensate che sia cambiata la vostra musica nel corso del tempo?
Nagual: La risposta è collegata a stretto giro con la domanda precedente. In particolare, è stata importante la “annessione” di Gian Fabrizio Defacqz, il nostro tastierista con noi dal giugno 2017. “Cqz” ci ha portato in dote una quantità enorme di spunti tanto a livello di suono quanto compositivi, apparentemente lontani dallo standard della “Classic Rock Band”.
7) Quale pensate che sia il vostro brano più rappresentativo?
Nagual: [Claudio] Quello che scriveremo domani.
[Luca] Oggi potrei dirti “Sea of Darkness” ma anche “Upside Down”, è una bella lotta… domani sicuramente la mia risposta cambierebbe… trovo che sia piuttosto difficile essere obiettivi con le proprie creazioni…
[Fabrizio] Per me “Crucify “ ed “Ozymandias”, ma le altre tracce del cd non sono da meno.
8) Cosa provate quando fate musica?
Nagual: [Claudio] Dipende. Ci sono sere in cui, dopo una giornata di lavoro, alzarsi ed andare in sala prove a tirare notte fonda è davvero dura. In quei casi ciò che si prova è voglia di dormire! La verità e che la maggior parte delle volte, la band gira a mille e il suonare assieme rasenta il piacere fisico. Poi c’è il contesto creativo dello studio, che continuo a trovare straordinariamente eccitante. Mi viene in mente una frase di uno dei miei idoli di infanzia: “It’s wonderful to be in a happy band, I recommend it to everybody”.
[Fabrizio] Credo che, come per me, anche per gli altri componenti del gruppo vedere prendere vita qualcosa che ti frulla in testa grazie alla collaborazione di tutti è un’esperienza che può ti può dare un appagamento assoluto, come musicista ma anche come compositore. Quando poi si suona e si raggiunge il massimo grado di affiatamento si raggiunge una sorta di Nirvana! A me piace anche sperimentare con i suoni, cercare di costruire qualcosa che si inserisca bene nel contesto generale.
[Vittorio] grande soddisfazione quando una composizione prende forma e suono, è un processo eccitante che ti fa sentire parte della band e che ti permette di lavorare sul suono più adatto, magari rispolverando vecchi e gloriosi amplificatori.
9) C’è qualche artista con il quale vi piacerebbe o vorreste avere l’onore di collaborare?
Nagual: [Claudio] Da ragazzino di un isolato paesino di campagna quale ero 35 anni fa, fui impressionato da uno dei primi concerti “live” a cui mi capitò di assistere. Il cantante della band che si esibiva era Luca Sabia, quindi per quanto mi riguarda sono a posto. Certo se Ian Gillan avesse bisogno di un batterista…
[Luca] Ora che Claudio ha svelato quanto siamo “vintage” posso tranquillamente dire che nei miei quasi 40 anni di musica suonata non mi sono mai sentito così parte di un gruppo così affiatato come questo e sono fiero di fare musica con questi splendidi musicisti e mattacchioni. Un artista che ho sempre sognato di conoscere era il mio quasi coetaneo Chris Cornell, artista e compositore che ritengo inarrivabile e che purtroppo ci ha lasciati troppo presto. A lui in particolar modo è dedicata la nostra “Sea of Darkness” …
[Fabrizio] Una decina di anni fa, col mio vecchio gruppo eravamo andati a fare una serie di registrazioni alla Real World di Peter Gabriel… Lui non c’era, era andato a Londra e sarebbe tornato due giorni dopo la nostra partenza… mi è venuta una rabbia a non averlo potuto conoscere… certo che se potessi collaborare con un artista come lui poi potrei anche pensare di smettere…
10) Quali sono i vostri progetti futuri?
Nagual: Scrivere musica. Proseguire il percorso evolutivo della band, e possibilmente incrementare l’attività “live”.

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Concludiamo con uno dei loro brani più recenti: “Above the Clouds“. Clicca qui per il video ufficiale!