

Come sempre le dichiarazioni del Presidente De Laurentiis spaccano. Le sue ultime esternazioni hanno diviso i tifosi tra concordi e profondamente contro.
Anche se il Presidente non è nuovo a queste uscite, ogni volta che il patron del Napoli prende la parola, sbotta, fa scalpore efinisce per attirare l’attenzione su di sé. Questa volta però le sue frecciatine hanno colpito in casa.
Il Presidente non le manda a dire
Parole dure per Insigne, Callejon e Mertens. Dal capitano vorrebbe sapere cosa vuole fare da grande, mentre se gli altri due dovessero scegliere, per il prossimo futuro, di andarsene in Cina, non farebbe nulla per fermarli. A volte sembra proprio che Adl scelga le parole giuste per essere mal visto dal popolo partenopeo, come quando dichiara che “Koulibaly prima o poi sarà venduto”. Affermazioni amare ma che richiamano fortemente alla chiarezza, al senso di responsabilità ed alla professionalità di ciascuno.
Certamente il Napoli che si è visto fino ad ora ha impensierito non poco: la difesa ha commesso parecchi errori, il centrocampo non ha assicurato la giusta copertura, con Allan e Zielienski a corrente alternata. Inoltre il continuo turn over di Ancelotti, oltre ad aver creato qualche malcontento tra eccellenti esclusi e nuovi arrivati, sta facendo emergere la mancanza di una formazione tipo da schierare. A questo poi non va dimenticato che in attacco il nuovo arrivo Lonzano non è ancora del tutto convincente e Milik è partito in difficoltà.
Nonostante tutto questo la squadra azzurra offre una rosa di giocatori di grandissima qualità dalla quale si pretende sempre la vittoria.
Dal momento che però il Presidente non è uno sprovveduto, e lo ha dimostrato tenendo il Napoli da dieci anni al vertice del calcio italiano, grazie anche a decisioni impopolari che hanno fatto spesso discutere, dobbiamo registrare questo ennesimo intervento come un segnale positivo rivolto a tutto il gruppo per provare a scuoterlo e a ritrovare le motivazioni giuste per recuperare.
Ma che effetto hanno avuto le dichiarazioni del Presidente De Laurentiis?
Dopo la sosta per le nazionali, all’ottava giornata di campionato, il Napoli si è presentato al San Paolo contro il Verona con rinnovata fiducia e pronto a scrollarsi di dosso le accuse e il disagio, con la voglia di dare risposte positive sul campo.
La risposta sul campo
La spaccatura provocata in settimana è stata immediatamente ricomposta dall’attaccante polacco che si sblocca con un gol per tempo e firma la doppietta vincente. Una partita dove il Napoli, pur soffrendo un avversario difficile, senza ritrovare ancora il suo gioco, per lo meno riacquista il filone realizzativo di Milik e la vittoria. La difesa si comporta bene ostacolando ogni manovra offensiva degli ospiti, ma è merito soprattutto di un grande Alex Meret tra i pali che riesce, con una tripla parata, a difendere la porta azzurra dalla confusione creatasi in reparto.
Un palo nel finale nega a Mertens la possibilità di raggiungere il record delle 115 marcature di Maradona.
Non è ancora il Napoli che ci aspettiamo ma siamo sulla strada giusta.
Le pagelle di Napoli – Hellas Verona a cura di Andrea Raguzzino
MERET. È sempre concentrato e gestisce la difesa con personalità. Si supera quando salva la patria con una tripla parata al 17′ destinata a passare alla storia. Ed Warner. Voto 8.
MALCUIT. E’ solido nel sostenere la fascia destra in difesa, sebbene con qualche incertezza nel primo tempo, e si propone in attacco con efficacia, dando inizio all’azione del primo gol. Affidabile. Voto 6.
MANOLAS. Si impegna per contrastare il pressing dei veronesi, ma fa un errore da principiante al 17′ quando si fa lasciare sul posto da Lazovic, che lo salta lasciandolo di sale. Reagisce all’errore ed al pericolo scampato moltiplicando l’impegno. Miracolato. Voto 6 meno.
KOULIBALY. Sembra non avere il pieno controllo dei nervi dato che, al rientro dopo due turni di squalifica per un’espulsione, si fa ammonire dopo neanche cinque minuti. Il giallo lo fa rientrare nei ranghi, costringendolo a giocare con prudenza e personalità. Resta una roccia capace di tranquillizzare la difesa. Imprudente.Voto 6.
DI LORENZO. Costretto dagli eventi ad occupare il lato che gli piace di meno, sceglie di fare la sua parte in difesa senza acuti ma senza errori. In fase offensiva va oltre i suoi compiti, e rischia di segnare ben due volte nel primo tempo. Sorprendente.Voto 6 e mezzo.
CALLEJON. Ha un mare di buone idee, ma non sempre l’esecuzione è all’altezza del pensiero. Bada più alla squadra che a sé stesso, arrivando a sacrificarsi per sostenere i compagni di reparto in difficoltà. Generoso.Voto 7.
ALLAN. Ci aveva abituato a fare magie, e solo per questo la sua normale partita fatta di interdizione e riconquista di palla sembra lo svolgimento sufficiente ma un po’ svogliato del compitino assegnatogli dall’allenatore. Deludente.Voto 6 meno.
FABIAN RUIZ. Non passa minuto del match in cui non provi a fare qualcosa di buono, spesso riuscendoci. Resta dentro la partita dal primo all’ultimo minuto, e se non fosse per la doppietta di Milik, non si potrebbe dubitare del suo essere stato il migliore in campo. Fondamentale.Voto 7 e mezzo.
YOUNES. Ancelotti gli da fiducia e lui la ripaga sprecando l’occasione. Mediocre.Voto 5.
ZIELINSKIdal 64’. Entra a metà della ripresa ed il Napoli migliora ulteriormente. Utilissimo.Voto 6 e mezzo.
MILIK. Gioca da vero centravanti con l’istinto del gol e la precisione di un cecchino: due tiri, due centri. Il secondo in particolare, una piccola prodezza, dimostra la ritrovata fiducia nei propri mezzi; e che la paura sia passata si vede da come affronta i contrasti. Ritrovato.Voto 7 e mezzo.
LLORENTEdall’80’. Gioca troppo poco per avere un voto, ma questo non gli impedisce di provare a fare gol e ad andarci anche vicino; è quello che gli si chiede. Senza voto.
INSIGNE. Ancelotti lo sbatte fuori dalla sua mattonella per farlo crescere, lui fa bene ma non sembra a suo agio. Pare sia l’unico a non rendersi conto che fuori dalla sua comfort zone gioca meglio e fa una migliore figura. Ci mette del suo nell’azione del secondo gol e fa tante belle giocate. Quando viene sostituito non se la prende, anzi sorride. Ha ancora tempo per diventare l’adulto ed il campione che merita di essere; ormai sta solo a lui. Maturando.Voto 6 e mezzo.
MERTENSdal 76’. Gioca un quarto d’ora da capitano, e solo il palo e la sfortuna gli negano (per ora) l’appuntamento con il record di Maradona; siamo certi che l’attesa sarà breve. Leader. Voto 6 e mezzo.
ANCELOTTI. È davvero un Leader Calmo. Non si lascia condizionare dalle grida giornalistiche che lo danno in rotta di collisione con il Presidente ADL. Abituato com’è a trattare con campionissimi dall’ego smisurato tirandone fuori il meglio, sa gestire spogliatoio e giocatori. Trasforma il Napoli in una squadra che vince approfittando, se necessario con cinismo, delle occasioni, poche o tante che siano; e questo senza andare a discapito della qualità del gioco. Educatore.Voto 7 e mezzo.
ARBITRO PICCININI. Gestisce bene la partita giudicando correttamente le azioni, una per parte, in cui le squadre invocano il rigore. Voto 6.