

[dropcap]N[/dropcap]apoli è la città più bella del mondo, abbiamo il mare, la pizza, sappiamo tutti suonare il mandolino, una splendida zona ZTL, ma ci mancano gli autobus per andare al mare, a comprare il mandolino, a mangiare la pizza e anche per farsi due passi nella famosa zona ZTL.
Infatti, parafrasando un noto slogan: Ogni mattina un napoletano si sveglia e sa che dovrà correre per prendere il bus che lo accompagnerà al lavoro, sempre se ha un lavoro. Ma sappiamo anche che ogni mattina un autista di autobus si sveglia e già sa che dovrà correre a lavorare, sempre se non è in cassa integrazione, più velocemente dei colleghi per accaparrarsi uno dei pochi autobus funzionanti.[divider]
Ed ecco che tutte le mattine inizia la dura battaglia, una vera guerriglia urbana, per chi deve entrare, ad incastro, nel bus di turno. Solitamente la lotta inizia con il posizionamento dei poveri civili che si piazzano in prima linea, pronti ad affrontare i duri strattoni e le urla degli anziani che, dall’interno del bus, esclamano a voce alta che non c’è più posto per nessuno all’interno del tanto atteso mezzo giallo.
Ma eccolo arrivare come una visione mistica, come se fosse il carro di Apollo dipinto di giallo, i poveri civili si preparano alla carica verso le porte automatiche del “divino” autobus, che come al solito si fa attendere da ore. Le porte si aprono ed è subito chiaro che non c’è posto per tutti e ad un grido univoco gli anziani e le donne incinte si lanciano in un impeto funesto per entrare nell’ autobus affollato dai reduci valorosi della fermata precedente. Non c’è pietà per nessuno, non c’è cura di donne e bambini nè di anziani. Ad un tratto il conducente del “divino mezzo” si rivolge alla folla intimando, con parole non proprio dolci, i civili ad un comportamento più consono.
E tra un’ imprecazione e varie manifestazioni verbali non proprio ortodosse, si chiudono le porte ed il bus torna in marcia. I fortunati vincitori della battaglia possono finalmente sperare di arrivare in orario, traffico automobilistico permettendo, nel luogo in cui sono diretti, mentre i poveri caduti (che in qualche caso cadono nel vero senso della parola) dovranno rassegnarsi all’idea che il prossimo mezzo giallo passerà, se tutto va bene, tra la prossima vita e l’eternità.
Sembra essere quasi una Divina Commedia, un film sulla guerra oppure sull’ Apocalisse di Giovanni. Invece è la dura realtà quotidiana di chi deve affidarsi ai mezzi pubblici per spostarsi in città.
Quindi, medaglia al valore per chi riesce a salire sul bus ma severe punizioni per chi gestisce male un servizio pubblico di mobilità come l’ ANM. Poco importano gli sproloqui sulle vicissitudini economiche della società e sulla cattiva gestione dell’azienda, ai cittadini interessa che il servizio offerto sia impeccabile e preciso, visto che alla fine i soldi degli abbonamenti e dei biglietti vanno comunque nelle casse dell’azienda.
Vincenzo Nigri