Nella notte tra sabato 5 e domenica 6 c’è stata la fiaccolata in memoria delle 309 vittime per il sisma del 2009, che dalle 3.32, esattamente 5 anni fa, ha distrutto l’Aquila. Il capoluogo, pregno di dignità, in religioso silenzio, ha voluto ricordare i nomi di chi sotto quelle macerie ha perso la vita. Erano circa dodici mila le persone ivi presenti tra le ore 22.30 e le 23.00 di sera, e molti erano giovani. Tutto è iniziato alle ore 00.30 con la celebrazione della messa presso la chiesa delle Anime Sante, sita nel centro storico: il fulcro di una tragedia le cui tracce sono ben visibili tutt’ora. La fiaccolata è durata sino all’orario in cui il terremoto iniziò: le vittime sono state tutte elencate e per ognuna vi è stato un rintocco della campana. Tanta la forza di una città che non vuole dimenticare ma che si è anche rimboccata le maniche immediatamente e ha ricominciato dal principio la sua storia, la sua vita. Sempre senza un lamento. [divider]«Gli aquilani non molleranno mai – dice il Presidente della Regione, Gianni Chiodi – e se fossi un giovane non me ne andrei dall’Aquila». Tuttavia, si è iniziato con la ricostruzione dei cantieri, mentre per il tessuto sociale e commerciale si è ancora in alto mare. Il Ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, sembra che abbia assicurato che per il 2019 tutto tornerà alla normalità. Si parla di un sisma che complessivamente ha causato danni pari a circa 10 miliardi di euro. Si pensi che solo a l’Aquila, oltre gli edifici, ci sono 45 monumenti da restaurare. Per il momento è stato stanziato un miliardo e 400 milioni; pare che servano almeno altri 700 milioni. Non ci resta che aspettare e sperare.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui