[dropcap]I[/dropcap]mperfezioni che l’hanno reso una stella comune e non divina: la prima intuizione sulla natura delle macchie nere presenti sulla superficie del Sole, grazie a Galileo Galilei, compie 400 anni.
L’Accademia Nazionale dei Licei ripercorre i quattro secoli di scienza che studia il sole fino al progetto del prossimo grande telescopio solare europeo. “Il lavoro di Galilei – ha illustrato Francesco Berrilli, coordinatore della giornata e ricercatore all’Università di Roma Tor Vergata – dimostrava che le macchie osservate già prima di lui non erano nuvole ma si trattava di imperfezioni della superficie del Sole, fino a quel momento considerato una sfera perfetta. Si trattò della prima vera pubblicazione sul tema dell’astrofisica e la prima rilasciata dall’Accademia”. Dalle prime importanti osservazioni realizzate 400 anni fa, il mondo scientifico ha fatto passi da gigante e si è portata velocemente avanti nella comprensione della nostra stella, dalla sua struttura interna fino alle possibili influenze sul riscaldamento globale del nostro pianeta.
Ciò è stato possibile anche grazie alle più recenti missioni spaziali, come ad esempio Soho oppure il prossimo Solar Orbiter che sarà realizzato con un’ importante partecipazione italiana e i telescopi di terra, come il prossimo European Solar Telescope che vedrà la luce alle Canarie. “Si tratta di strumenti – ha continuato Berrilli – enormemente complessi a livello tecnico, basti pensare che uno specchio di 4 metri raccoglie densità di calore enormi, può raggiungere temperature superiori a quelle raggiunte all’interno dei reattori nucleari”.
Vincenzo Nigri