[dropcap]U[/dropcap]na corona di fiori abbandonata, con la fascia bicolore ed una fredda dedica. Il simbolo della assenza delle istituzioni nei confronti dei cittadini.
Ieri (domenica 16-06-13, ndr) abbiamo dato l’ultimo saluto alla povera Cristina. La chiesa era colma di un dolore inaudito, un dolore che si percepiva sulla pelle, straziava i sensi, si abbatteva sulle anime con la stessa violenza di un albero malfermo su una ignara passante. Una piccola grande donnina di otto anni, bella come la madre, impartiva lezioni di dignità col suo dolore lacerante ma composto. Questa sofferenza immensa, assordante, distruttiva, nessuno dei nostri amministratori ha ritenuto necessario affrontarla. Nessuno di quelli che sono sempre pronti ad apparire se si tratta di pavoneggiarsi sul lungomare “liberato”, questa volta ha avuto il coraggio di metterci la faccia. Codardi! Si trincerano dietro la casualità dell’avvenimento, eppure nessuno può negare che ogni evento è provocato da un susseguirsi di cause, ognuna delle quali ha una conseguenza niente affatto casuale. Lo spiega da molti anni la teoria del caos, lo ha ricordato il povero Francesco nel suo toccante j’accuse finale. E così se l’albero è caduto non è perché così ha deciso ma perché l’amministrazione della cosa cittadina è affidata a gente nella migliore delle ipotesi inadeguata se non indolente, senza capacità né dignità. Assassino non è solo chi provoca eventi luttuosi ma anche chi, pur avendone il compito, non pone in essere tutto quanto è necessario per impedirne le circostanze. E voi, sindaco e degni compari, ora non vi sentite un po’ assassini?
Intanto sabato sera, mentre Cristina era ancora all’obitorio, invece di indire lutto cittadino è stata mandata in scena l’ennesima “carnascialata” di piazza, una disgustosa manifestazione paesana alla rotonda Diaz con tanto di bancarelle, porchettari e zucchero filato. BUFFONI! Hanno trasformato la terza città d’Italia in un circo di terz’ordine senza curarsi di ciò che di più elementare ci manca, sperperando danaro che poteva essere destinato ad altre esigenze ben più pressanti, per esempio (manco a dirlo…) alla manutenzione del verde cittadino. E così quella corona di fiori senza facce, ancora più della festa di piazza, suona come un oltraggio a Cristina, alla piccola Laura, a Francesco, uno sberleffo alle vittime dei pali crollati e delle buche stradali, un avvertimento a tutti noi che non siamo ancora passati al momento sbagliato nel posto sbagliato. Ma questa volta lo schiaffo è stato rimandato al mittente, il patetico e ipocrita emblema di una falsa solidarietà è stato rifiutato con una noncuranza e una dignità che raffigurano il silenzioso disprezzo verso una rappresentanza cittadina che ormai non rappresenta più nessuno. E la corona lasciata sotto la sezione comunale sembra celebri la morte di una giunta che tutti si augurano esali presto l’ultimo respiro, non prima ovviamente che chi deve pagare abbia pagato. Questo non ridarà la vita a Cristina ma, forse, darà un minimo senso ad una cosa che un senso non ce l’ha.
Giovanni Filosa