[dropcap]Q[/dropcap]uante volte abbiamo dovuto assistere alla solita litania riguardo la nuova strada intrapresa dal calcio italiano che vuole i nostri club sempre più propensi nel lanciare nuovi talenti e ad investire nei vivai, e quanti elogi si sono sprecati in favore del Milan, i più convinti assertori della politica della “linea verde”, e di Galliani, che, in barba alle follie di sceicchi e oligarchi russi, ha deciso di puntare forte su giovani come De Sciglio e Petagna e di acquistare giovani promesse come El Shaarawy, Niang, Saponara,Vergara e Salamon.[divider]Tutto molto bello, se non fosse che dei suddetti l’unico a giocare con una certa continuità sia De Sciglio, al quale facciamo gli auguri di pronta guarigione, mentre Petagna e Salamon sono finiti alla Samp, il primo in prestito il secondo in comproprietà, e i restanti scaldano la panchina. Perfino El Shaarawy è stato retrocesso al ruolo di comprimario dopo gli arrivi di Kakà e Matri, sebbene fino a metà della scorsa stagione venisse considerato a giusta ragione il talento più importante del panorama calcistico italiano.
Infatti il “piccolo faraone” durante lo scorso girone d’andata riuscì a siglare 14 reti ma nel girone di ritorno, complice l’arrivo di Balotelli, l’attaccante d’origini egiziane non ha dato seguito alle sue ottime prestazioni, segnando soltanto due reti e costringendo Allegri a relegarlo più volte in panchina. Dalla fine del suo momento magico il numero 92 rossonero è caduto in una profonda crisi psicologica, aggravata dalla mancanza di fiducia della società di via Turati, che in questa sessione di mercato ha tentato più volte di cedere El Shaarawy e ne ha delegittimato la titolarità attraverso gli acquisti di Kakà e Matri, cosa che ha affossato ancor di più il morale e l’autostima del giovane attaccante, il quale aveva iniziato bene la stagione, segnando il primo gol ufficiale del Milan nei preliminari di Champions contro il PSV.[divider]Insomma il futuro di El Shaarawy al Milan si preannuncia tutt’altro che roseo, data l’intoccabilità di Balotelli e la concorrenza di Kakà, Matri e Robinho, non dimenticando il ritorno di Pazzini previsto per fine ottobre. Tuttavia ci auguriamo che la società rossonera riesca a tutelare quello che è un patrimonio presente e futuro del calcio italiano, altrimenti è giusto che il “piccolo faraone” dimostri il suo valore lontano da San Siro, almeno la si smetterà di incensare l’operato degli uomini di via Turati.
Luigi Testa