Anche oggi, alle 9,26 San Gennaro ha ripetuto il miracolo che dal 17 agosto 1389 si rivive, «Il segno del sangue ancora una volta», le prime parole pronunciate dall’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, che poi ha ribadito un concetto a lui evidentemente caro, perché già utilizzato per l’omelia dello scorso anno:« non riduciamo mai questa celebrazione a un oracolo da consultare».
Dopodiché un raggio di sole ha squarciato le vetrate della Cattedrale e si andato a posare come una lanterna di Fresnel sul busto del Santo.
Don Mimmo ricorda ai fedeli di quando, fresco di ordinazione, aveva ascoltato una canzone del musical “Scugnizzi”. E già qui una perla di sudore è scesa in coloro che ricordavano la canzone “Zoccole” oppure “o russ e n’omm …” , che pure in questo periodo poteva sembrare una similitudine adeguata. Invece l’alto prelato aveva in mente “Gente magnifica gente”, riferendosi al popolo napoletano. E declinando alcuni versi della bellissima canzone di Claudio Mattone dice «Gente di Napoli, ciò che ti rende magnifica è la tua capacità di amare, ciò che ancor più può renderti tale è attingere alla fonte dell’amore che è Cristo stesso: non temere di seguirlo e di magnificare il Signore per quanto opererà in te, nei tuoi piccoli, tra i tuoi poveri, per chi siede ai margini della società».
I fedeli hanno cominciato a fare il proprio ingresso a centinaia già dalle 7.30 di questa mattina, quando le porte della cattedrale si sono aperte al pubblico, ma ben presto all’esterno si contavano migliaia di persone ammassate, che affollavano la piazza antistante la Cattedrale.
Oltre alla gente comune, c’è stata la solita parata di autorità: dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al Ministro degli Interno Luigi di Maio e quello della Cultura, Dario Franceschini, dal Sindaco di Napoli, nonché Presidente della deputazione di San Gennaro, l’organo che controlla il tesoro, del Santo patrono, Gaetano Manfredi al prefetto di Napoli Claudio Palomba, solo per citarne qualcuno. Presente anche l’Arcivescovo emerito, Crescenzio Sepe e Antonio Bassolino, che, va detto, è stato comunque sempre presente negli ultimi anni, anche senza “scopi” elettorali.
Ecco se vogliamo trovare una differenza anche nel cerimoniale con il suo predecessore, che salutava gli ospiti illustri ad inizio Messa, è anche la tempistica del saluto che don Mimmo ha rivolto alle Autorità, relegandolo alla fine della celebrazione, a dimostrazione di una tangibile differente visione delle gerarchie istituzionali.
Nonostante l’enorme flusso di persone che sono affluite in via Duomo tutto ha funzionato come un orologio svizzero, grazie alla devozione che i napoletani – ma non solo visto i tanti turisti presenti – hanno per il Santo patrono e ad un preciso, quanto accurato servizio d’ordine
A proposito di orologi e di tempo, San Gennaro si sta facendo perdonare del ritardo degli ultimi appuntamenti compiendo il miracolo senza farsi pregare troppo, ma i napoletani e soprattutto chi ha responsabilità di gestione della cosa pubblica, si stanno facendo perdonare per tutto quello che fanno patire quotidianamente a questa città martoriata? Tutti bravi in campagna elettorale e tutti presenti al Duomo, ma si sa “Montecitorio val bene una Messa…”