Questa sera, venerdì 25, alle ore 21, al Teatro Bolivar, diretto da Nu’Tracks, arriva “La legge non ammette serafini”, un testo scritto e diretto da Salvatore Testa per un progetto del T. S. O. (Teatro Sotto Osservazione).
L’idea dello spettacolo trae spunto da un episodio realmente accaduto nella piazza di Pozzuoli dove, spesso, s’incontra un pazzo che tutti chiamano Serafino.
«Durante il primo lockdown dovuto al covid19 – spiega Salvatore Testa -, ho riflettuto molto sul senso di isolamento e di esclusione. Sono questi i temi portanti dell’opera che ho deciso di comunicare tenendomi lontano dalla mera cronaca o da qualsiasi riferimento alla pandemia.
Difatti – continua l’autore, regista e attore – il testo parla della solitudine dal punto di vista di quattro personaggi che vivono questa condizione in maniera pressoché́ perenne».
Il senso di esclusione è sottolineato non solo attraverso le parole del testo ma anche visivamente. Infatti, i personaggi interagiscono con una distanza interiore che gli impedisce, nella maggior parte dei casi, di entrare in contatto sia fisico che emotivo tra loro.
Le scene, infatti, sono tutte rappresentate in un ambiente esterno, ovvero fuori una ricevitoria, ad indicare che i personaggi sono e si sentono esclusi anche da quello che dovrebbe essere un contesto a loro familiare e dunque, inclusivo.
SINOSSI
L’opera si apre con un intervento della speaker radiofonica che annuncia l’inizio del suo programma che accompagnerà i personaggi per tutta la durata dello spettacolo.
Serafino è un ragazzo sulla trentina con evidenti disturbi psichici che passa le sue giornate vagabondando per le vie della città. Porta sempre con sé una scatola e lascia che siano i commercianti della zona a prendersi cura di lui.
Il più̀ delle volte, questi lo sfamano regalandogli avanzi dei loro locali, finché un giorno non accade che i negozianti, intimoriti dalle ispezioni della finanza, cacciano via Serafino e non gli danno più nulla da mangiare.
Il ragazzo trova asilo come spazzino in una ricevitoria del posto che era già avvezzo frequentare. Nella ricevitoria lavorano Veronica, una giovane ragazza moldava immigrata in Italia, e Lino, un ex detenuto. Lino è sposato con tre figlie, ma questo non gli impedisce di avere una relazione extraconiugale con Veronica che, incinta di quest’ultimo, non sa proprio come comunicarglielo.
Lino, a causa di un piccolo scherzo giocatogli da Serafino il giorno prima, non perde occasione per denigrarlo ed offenderlo e racconta a Veronica che, quando aveva chiesto a Serafino i numeri da giocare per vincere l’estrazione del lotto, lui gli aveva dato i numeri dell’estrazione vincente della settimana prima. Lino stizzito, gli lancia la schedina contro e Serafino la ripone all’interno della scatola per poi tornare a spazzare.
Non molto dopo, nella stessa giornata, Lino e Veronica vengono a conoscenza che, la finanza, scoperti gli illeciti commessi dal proprietario della ricevitoria, sta per fare un blitz. Irretito dalla paura di tornare in carcere, Lino, che insieme a Veronica lavora in nero, decide di rubarle la borsa e scappare via. Serafino tenta di aiutare Veronica e così facendo, inizia una vera e propria colluttazione tra i tre in cui Lino ha la meglio su entrambi.
Quando Veronica e Serafino si riprendono, quest’ultimo decide di regalare a Veronica la sua scatola. La donna, scoperto il contenuto, ovvero giocattoli per bambini e la famosa schedina, decide di andare via. In una scena successiva assistiamo a Serafino che, una volta tranquillizzatosi, prende da sotto la panchina un vecchio telefono che aveva nascosto poco prima, e inizia una immaginaria conversazione con la madre.
Finita la telefonata, la pièce si conclude con la voce della speaker radiofonica che annuncia i numeri vincenti della lotteria, proprio quelli indovinati da Serafino.
Durata dello spettacolo: 70 Minuti
TeatroSottoOsservazione
Scritto e diretto da: Salvatore Testa
Interpreti:
Salvatore Testa | Giulia Piscitelli |Pasquale Aprile | Marica Nicolai
Aiuto Regia: Gennaro Madonna
Tecnico Luci: Fabio Andreozzi
Costumista: Maria Carmen Falanga
Teatro Bolivar – Via Bartolomeo Caracciolo, 30 (NA, quartiere Materdei)