
Ha inaugurato solo da pochi giorni ma ” Januarius” è già sulla bocca di tutti.
Januarius, che prende nome da San Gennaro, il santo patrono di Napoli a cui è dedicato, si configura come “luogo di culto” in cui: sacro e profano, tradizione e buon gusto si intrecciano inequivocabilmente.
Il ristorante, ubicato in Via Duomo 146/148 ( di fronte alla Cappella del Tesoro di San Gennaro), è già operativo da mercoledì 19 settembre. Tuttavia il patron di casa, Francesco Andoli, ha spalancato le porte del suo tempio con un’ inaugurazione tenutasi martedì 18 settembre.
Il miracolo del buon gusto: il locale
Januarius è nato dal progetto di Francesco Andoli che, con il supporto di Costa Group, è riuscito a creare un luogo “identitario”, nel quale coniugare buona cucina e cultura.
“La scelta di dedicare questo locale a San Gennaro nasce dalla mia grande passione per questo Santo. San Gennaro penso che sia la metafora più bella del rapporto tra Napoli e il popolo napoletano. Questo locale celebra questo rapporto perché è un capolavoro di libertà e autonomia laica, realizzato più di 500 anni fa” Francesco Andoli
L’offerta, ampia e variegata di Januarius, promette ai clienti un’esperienza irripetibile: i piatti, affini alla più tradizionalista cucina partenopea, si mescolano con interni finemente curati.
Il ristorante si scompone in tre aree:
- Street Food: posto all’esterno, al banco street food è possibile acquistare primi e secondi d’asporto, fritti e dolci ad un prezzo veramente competitivo. Soluzione ideale per chi vuole godersi una pausa golosa o un pasto fast senza rinunciare alla qualità;
- Banco Salumeria: posto all’entrata del ristorante, ove è possibile consumare, al volo o in sala, una ricca offerta di salumi e formaggi;
- Sala: Divisa in due ambienti, le sale sono composte da 18 tavoli che permettono di ospitare 44 persone.
L’offerta: il menù
I prodotti, di prima scelta e qualità, sono per la quasi totalità provenienti dal territorio campano e dal resto del Meridione d’Italia.
Sfogliando il menù, l’offerta permette di saziare tutti i palati. Piatti di mare o di terra, adatti sia per chi vuole godersi il gusto della tradizione sia per chi predilige un pasto light. Il tutto condito con una dose di genuinità e freschezza.
Tra i piatti tipici della tradizione, non possiamo fare a meno di notare: la classica frittura all’italiana, la parmigiana, la caponata, il polpo alla luciana, l’insalata di mare, gli ziti al ragù, la genovese e il baccalà con scarole. Ma questi sono solo alcuni dei piatti principali del menù Januarius; Ai clienti che desiderano mantenersi in forma, non mancano le insalate realizzate con prodotti d.o.p. Per i più golosi, oltre all’offerta di dolci della tradizione, c’è la possibilità di gustare dolci più particolari come il “Januarius” una bavarese al pistacchio con cremoso e croccante alla mandorla e l’albicocca pellecchiella del vesuvio.
Riguardo alle bevande, da Januarius è possibile dissetarsi come si preferisce. Guardando la carta dei vini, possiamo costatare l’ampia disponibilità di etichette regionali, vini dolci, liquori e birre artigianali. Tra le birre spicca la “Januaria”, targata CasaKBirr di Fabio Ditto, e interamente dedicata al locale.
La Januaria è un american pelling caratterizzata da un luppolo neozelandese “Galaxy” abbinato a pepe rosa, pepe nero e pompelmo. L’aroma e gusto fruttato danno alla Januaria un sapore unico. La birra, esclusiva Januarius, è disponibile solo in questo ristorante.
Gli Interni
Oltre all’offerta di buon gusto, ciò che più caratterizza Januarius è la cura degli interni. Il ristorante è un piccolo museo, o se vogliamo, una piccola cappella del tesoro, nella quale sono raccolte le opere dei massimi rappresentati dell’arte contemporanea a Napoli, sia pittorica che scultorea.
Entrambe le sale hanno i pavimenti rivestiti con piastrelle retrò modello cubo e numerose frasi identitarie, omaggi di vari artisti (come Pino Daniele) a San Gennaro.
La prima sala, suggestiva e ricca di dettagli, è caratterizzata da:
- il soffitto che riproduce, fedelmente , l’affresco della cupola del Lanfranco e Domenichino ( l’affresco che domina la Cappella del Tesoro di San Gennaro);
- i Lampadari e il Vesuvio in rame realizzati dagli “Iron Angels” di Francesco Porzio. Il laboratorio artistico, con sede a Scampia, ha contribuito a diminuire la criminalità giovanile, insegnando ai ragazzi delle periferie e della Sanità un mestiere;
- Gli affreschi di: Pasquale Manzo, Terry di Rienzo, Ida la Rana, Le voci di dentro e Marco D’auria;
- Il corner del giornale Identità Insorgenti (di cui Andoli è vicedirettore)
La seconda sala è caratterizzata da opere o riproduzioni di artisti antichi e contemporanei che, in diverse occasioni, hanno dedicato al patrono un dipinto. Tra gli artisti:
Jorit, Fabrizio Scala, Nicola Masuottolo, Roxy in The Box, Luca Carnevale, Eddy Ferro, Alessandro Flaminio, Claudio Cuomo, Fratelli Scuotto, Guglielmo Muoio, Riccardo Ruggiano, Tiziana D’Auria, Mario Compostella, Andrea Maresca, Bruno Gentile.
Ora non vi resta che provarlo!