Sabato 30 Novembre e Domenica 1 Dicembre si è svolto presso l’hotel Terminus di Napoli il IX Congresso di Rifondazione Comunista Federazione di Napoli; erano presenti 135 delegati, eletti in 34 congressi di circolo tenuti durante le 3 settimane precedenti. Al congresso a Napoli e provincia hanno partecipato, votando uno dei 3 documenti politici presentati, circa 450 iscritti. Il documento numero 1, firmato fra gli altri dal segretario nazionale uscente Paolo Ferrero e intitolato “Ricostruire la Sinistra”, ha ottenuto a Napoli il 74% dei voti. Sono stati quindi eletti 15 delegati per il congresso nazionale che si terrà a Perugia dal 6 all’8 dicembre. In questi due giorni vi è stata la relazione del segretario uscente Antonio D’Alessandro, che ha inoltre annunciato la sua volontà di non ripresentare la sua candidatura. Nella giornata di domenica è intervenuto al congresso anche in sindaco di Napoli Luigi de Magistris.[divider]Un Congresso straordinario questo, convocato con un anno di anticipo rispetto alla scadenza statutaria, come ci spiega il Coordinatore Provinciale dei Giovani Comunisti Antonio Perillo. Motivo di tale anticipazione, come sottolinea Perillo, è «la sconfitta elettorale delle politiche di febbraio, con il risultato deludente di Rivoluzione Civile, il cartello a cui avevamo aderito come Rifondazione Comunista, aveva lasciato il partito in una condizione di scoramento e di attesa. Era necessario il momento più alto di discussione e coinvolgimento di tutte le iscritte e gli iscritti, cioè il congresso, per confrontarsi su come rilanciare il partito e riprendere l’iniziativa politica dopo la seconda volta che si rimaneva fuori dal parlamento. Secondo noi si esce da questa difficoltà lavorando a costruire un polo della sinistra di alternativa, autonomo dal governo delle larghe intese e autonomo anche rispetto ad ogni ipotesi di centrosinistra». «Attribuiamo – continua il coordinatore della giovanile comunista – gran parte delle responsabilità per il fallimento di progetti unitari come Sinistra Arcobaleno, Federazione della Sinistra e da ultimo Rivoluzione Civile al fatto che essi fossero concepiti come accordi e patti di vertice, gestiti dai gruppi dirigenti delle organizzazioni che vi prendevano parte. Per quanto riguarda il partito, le novità sono la volontà di sottoporre a tutti gli iscritti, tramite referendum interno, le scelte importanti come ad esempio la collocazione elettorale. E l’accelerazione della costruzione del partito sociale. Sul piano della proposta, noi sosteniamo la disobbedienza unilaterale ai trattati europei, come il Fiscal Compact, che stanno strozzando il Paese, come strumento per la rottura dell’Unione Europea ormai irriformabile e costruita su un impianto politico neoliberista e padronale».[divider]Un partito quindi che non vuole e non riesce ad immaginare un approccio, seppur labile, con alcun partito dell’attuale compagine del centrosinistra parlamentare italiano perché considerato ormai un’unica entità con il centro e soprattutto col Nuovo Centrodestra di Alfano, il tutto con a capo Giorgio Napolitano. «Non si tratta di mantenere posizioni dure e pure – sottolinea Perillo – ma di guardare ai milioni di lavoratori, precari, giovani, migranti che oggi non hanno una rappresentanza politica e certo non sono inseriti nel teatrino della politica attuale. Si tratta di promuovere il conflitto sociale e politico e l ‘opposizione al governo, non di trovare più spazio nel sistema politico vigente. Siamo consapevoli di non essere sufficienti da soli per questa impresa, per questo ci rivolgiamo a tutte le forze politiche, sociali, sindacali e di movimento interessate, ma sulla base delle discriminanti politiche di cui sopra. D’altronde, ogni tentativo di spostare a sinistra il centrosinistra, dal governo Prodi, a Vendola, oggi a Civati, è già fallito miseramente ed il Pd ogni giorno che passa vira sempre più a destra».
Emanuela Nicoloro