[dropcap]“[/dropcap]Nel 2014 arriveranno sul mercato dei nuovi farmaci che possono eradicare il virus dell’epatite C. Il problema è che sono molto costosi, e vista la situazione di crisi e i tagli che si stanno facendo in sanità, c’è il rischio che non siano disponibili per i malati italiani”.
A porre il serio problema è Rosaria Iardino, presidente di “Donne in rete” e promotrice dell’associazione “Ice-Insieme contro l’epatite”, in una conferenza tenutasi a Milano. “Questi nuovi farmaci – dichiara Iardino – possono portare alla guarigione l’80% dei malati. I due attualmente disponibili presentano molti effetti collaterali e vanno bene per pochi pazienti. Il ministero della Salute e le regioni devono dirci cosa pensano di fare al riguardo, perché i pazienti hanno il diritto di sapere qual è il loro futuro”. I costi di cura per i malati di epatite C sono molto elevati, si attestano su somme che variano dai 20 ai 25mila euro al mese ma un trapianto di fegato costa 10 volte di più. “Basterebbe il costo di un aereo F-35 – denuncia Iardino – a sostenere le spese relative alla cura dell’epatite di tutti i malati italiani”.
Per sensibilizzare e porre la questione ai cittadini e alle istituzioni, “Donne in rete” e la Società italiana di medicina infettiva e tropicale (Simit) hanno costituito e dato il via al movimento “Ice-Insieme contro l’epatite”, che propone una rete di informazione per i cittadini, anche tramite il sito www.insiemecontrolepatite.com, e vari incontri, alcuni organizzati a Taranto, Modena e Napoli.
Le persone affette da epatite B e C sono molte e “anche per loro – conclude Giuliano Rizzardini, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano – servirebbe lo stesso sforzo che si è fatto per quelli con l’hiv. Attualmente in Italia l’1% della popolazione è portatore di epatite B, contro lo 0,1% dei paesi occidentali, e 1,5 milioni di persone è portatore di epatite C. L’80% dei nuovi casi di infezione diventa cronico”.
Vincenzo Nigri